Descrizione
Finestra ad oculo rimarcata da una fascia esterna decorativa in marmo verde e caratterizzata da modanature circolari rastremate e decorate nella parte interna con forme geometriche.
Notizie storico critiche
Nel periodo tra il 1366-67, fu il momento progettuale della Cattedrale di Santa Maria del Fiore in cui tutti i problemi insiti nel progetto fino ad allora realizzato vennero alla luce e si rese necessario erigere un nuovo programma per continuare l’edificazione. Nei nove anni precedenti, si era infatti proceduto alla costruzione delle volte delle prime due campate. Per primi erano stati realizzati i pilastri del primo valico, poi quelli del secondo, con tutti i problemi conseguiti dal fatto che essi cadessero sotto le volte della zona absidale della vecchia chiesa, e infine i semipilastri addossati alle pareti. Ciò è deducibile dalla documentazione del 1358, in cui si evince la preoccupazione dei maestri per la statica dell’edificio. Risalgono poi alla fine del 1364 una serie di consigli in cui venne decisa l’altezza dell’imposta delle volte maggiori e la quota del ballatoio interno, decidendo di porli entrambi “bassus quantum potest” e facendo quindi sorgere di conseguenza il problema delle finestre della navata centrale. A questa quota la realizzazione di finestre con interasse uguale a quello delle finestre del piano terreno (le lesene già iniziate a costruire nel sottotetto avevano lo stesso interasse dei pilastri esterni) presentava inconvenienti ancora maggiori di quelli precedentemente affrontati sulle pareti laterali: in questo caso infatti, avendo deciso di impostare le volte maggiori ad una quota più bassa possibile, la parete nella quale le finestre si sarebbero aperte non sarebbe stata tanto alta quanto le sottostanti pareti laterali e le finestre più prossime al semipilastro interno, comprese tra il ballatoio e la ghiera dell’arco di parete, avrebbero dovuto avere un’altezza estremamente ridotta. Nacque così l’esigenza di adottare, nella parte superiore, finestre diverse da quelle fino ad allora previste, e infatti a più riprese venne proposta la realizzazione degli occhi. A questo punto il Talenti venne allontanato (20 dicembre 1964) e al suo rientro nella fabbrica di Santa Maria del Fiore (per l’esecuzione del ballatoio interno) fu rimesso in discussione tale progetto con la riproposta di una sola finestra nei muri sotto le volti minori. Era questo il primo passo verso la rinuncia dell’unità esterna dell’edificio e l’adozione di una soluzione di compromesso che permettesse di salvare le parti già costruite. Nel maggio del 1367 si mise nuovamente in discussione l’intero progetto, in particolare la decisione di fare gli oculi sulle pareti della navata centrale (già parzialmente iniziati), per le quali si proposero nuovamente le finestre, ma a una esplicita condizione: “che siano corrispondente all’edificio della chiesa” e che “l’edeficio della chiesa none venga meno forte” (31 maggio 1367). Dalla metà di luglio alla fine di ottobre dello stesso anno, vi furono diversi consigli che portarono a un referendum popolare (26-27 ottobre) che sancì l’adozione del progetto dei “maestri e dipintori”. In un primo tempo, allo scopo di migliorare la statica dell’edificio, si fecero corrispondere membrature esterne a quelle interne: nelle pareti dell’attico, opposte agli archi trasversali, furono previste lesene mentre, a contrastare la spinta delle volte, furono usati archi rampanti al di sopra degli archi trasversali delle navate minori, e grossi contrafforti furono addossati alle pareti laterali. I nuovi campi sulla parete esterna che si vennero così a definire permisero in basso l’adozione di una grande finestra che potè essere realizzata al centro dei campi interni: in alto si optò definitivamente per gli occhi (che sotto le prime due volte erano già stati predisposti fin dal 1366), ricreando così nella parete superiore quell’aspetto unitario che nella parte bassa non si era mantenuto, continuando a conservare quanto delle pareti laterali era già stato costruito.