Descrizione
Antifonario per il Proprio del tempo dall'Epifania al Sabato precedente la Settuagesima
Caratteristiche codicologiche
segnature: cartellino cartaceo nell’angolo inf. della controcoperta con timbro dell’Opera e scritta "ANTIFONARIO - Codice C. n° 11/ Opera S. Maria del Fiore – Firenze"; moderna a matita nell’angolo sup. est. a c. 1r "C"; moderna a matita blu nell’angolo inf. int. a c. 5r "C"data: 1513-1515provenienza: Santa Maria del Fioremembr.mm 720 x 527 (c. 98r)fascicoli legatiguardie: cartacee modernecc. III + 126 + III’ (cc. 31-37, 63-65, 71, 73-74, 82-83 mancanti)sono presenti diverse numerazioni: in cifre romane a penna e inchiostro rosso al centro del margine est. (numerazione di riferimento: cc. 1r-139r; cc. 45, 48, 129, 135 numerate a inchiostro nero); numerazione in cifre romane a penna e inchiostro nero (non sempre ben leggibile) nell’angolo sup. est. (cc. 31r-126r); numerazione moderna a matita in cifre arabe nell’angolo inf. est. (cc. 1r-126r con c. 23bis, c. 108 numerata 92-93 e nell’ultima carta scritta "Fine"); cc. 140r-141r: numerazione moderna a penna al centro del margine est.; in alcune carte è visibile una numerazione antica in cifre arabe a penna e inchiostro nero accanto a quella in cifre romane ormai quasi scomparsa a causa delle rifilature del margine est.fascicoli: 1-3(8), 4(6), 5(3), 6(8), 7(10), 8(4), 9-11(6), 12-17(8), 18(5); irregolari e di difficile identificazione a causa delle numerose carte mancanti specchio di scrittura: mm 84 [487] 149 x 93 [10/278/10] 136 (c. 98r)rr. 24/ll. 4 + 4 tetragrammi (c. 98r)
Scrittura
Littera textualis di una sola mano (cc. 1r-141r); glosse alle cc. 24r, 43v, 119v, 127v; aggiunte di note e testi alle cc. 127v-131r, 134r-135r, 137r-141r (queste ultime carte sono molto rovinate e sono difficilmente distinguibili i testi originali dalle aggiunte). Notazione musicale quadrata nera su tetragramma rosso.
Legatura
mm 760 x 555 x 84; di restauro; assi rivestite in cuoio marrone e 6 nervi sul dorso.
Decorazione
Miniatura di pennello:3 iniziali istoriate2 iniziali figurate
Miniatura di penna:146 iniziali filigranate medie77 iniziali filigranate piccole
Le iniziali figurate o istoriate sono caratterizzate dal campo in foglia d’oro, il corpo è decorato con foglie lanceolate che vanno a formare la coda ornata con bottoncini dorati.
c. 1r, M(agi videntes) iniziale istoriata (mm 185 x 160; mm 545 x 425 con i fregi; mm 100 e 63 diametro dei clipei) con i Magi che vedono la stella. Corpo della lettera rosa decorato con cirri bianchi e foglie lanceolate rosa e azzurre, sormontata da una candelabra azzurra dalla quale escono frutta e perle rosse. Sul fondo sono le figure a mezzobusto dei tre Magi che vedono la stella; essi sono di tre età diverse e tre diverse origini a simboleggiare l'intera umanità, volgono gli sguardi alla cometa, sono elegantemente vestiti e in mano recano i doni; sullo sfondo, aperto su un paesaggio di campagna che ambienta la scena in un complesso abbaziale (Garzelli 1985, p. 316), si vede la capanna con la scena della Natività. I margini superiore e interno hanno, come l’iniziale, il fondo in foglia d’oro e sono decorati con racemi e fiori azzurri e rosa, perle, pietre preziose e, in basso, da una testina alata. Nel margine inferiore sono tre clipei il cui oro è andato quasi completamente perduto: i due laterali recano il Monogramma dell’Opera, quello centrale il simbolo dell'Opera con l’Agnello nimbato con il vessillo della Resurrezione.
c. 4v, H(odie in Iordane) iniziale istoriata (mm 310 x 260; mm 680 x 500 con i fregi) con il Battesimo di Cristo. Corpo della lettera rosa decorato con cirri bianchi, candelabre, gioielli e foglie lanceolate azzurre e verdi. Sul fondo è la scena del Battesimo di Cristo, con la figura di san Giovanni, che tiene la croce, rappresentato mentre versa l’acqua del Giordano sulla testa di Cristo; quest’ultimo è immerso con i piedi nel fiume. Nella sponda opposta sono tre angeli genuflessi, che tengono le vesti di Cristo, e due prelati, il primo dei quali è identificabile con il papa Leone X; in alto sono Dio Padre, circondato da cherubini, e la colomba dello Spirito Santo; sullo sfondo si apre un paesaggio di campagna, con i neofiti in attesa del battesimo, e la vista di una città circondata dalle mura. I margini superiore ed esterno hanno, come l’iniziale, il campo in foglia d’oro decorato da racemi e fiori verdi, azzurri e rosa e il fregio esterno termina con un serafino sormontato da uno scudo con il simbolo dell’Opera, l’Agnello nimbato con il vessillo della resurrezione. Nel margine inferiore, le citazioni paesaggistiche si inoltrano nel centro della città di Firenze con la veduta, al di qua di una grata, del Serraglio di Palazzo Vecchio con due leoni, in riferimento al Marzocco, simbolo del potere civico (Tacconi 1997, p. 226), una leonessa e un orso, riferimento a Clarice Orsini, madre di Leone X, che tengono ciascuno una palla d’oro, emblema mediceo, sotto la zampa; oltre la grata si scorge il vicolo cittadino con il palazzo che ospitava gli animali. Appesi a tronchi recisi di alloro, chiaro riferimento al nome di Lorenzo il Magnifico (Tacconi 1999, pp. 235-237) sono i due Stemmi del popolo fiorentino, d'argento (ora nero a causa dell'ossidazione) alla croce rossa, e della città di Firenze, d'argento (anch'esso ossidato) al giglio rosso (Morelli Timpanaro 1992, pp. 234-235).
c. 39r, A(nte Luciferum) iniziale figurata (mm 137 x 136; mm 450 x 175 con i fregi) con un Dottore (dottore). Corpo della lettera rosa decorato con cirri bianchi e foglie lanceolate azzurre, verdi e rosa che vanno a formare una breve coda con fiori. Sul fondo è la figura di un giovane dottore con il libro sotto il braccio, intento ad elaborare i suoi pensieri come sembra esprimere il gesto della mano.
c. 87r, D(omine) iniziale istoriata (mm 248 x 230; mm 600 x 410 con i fregi) con le Nozze di Cana. Corpo della lettera azzurro decorato con cirri bianchi e gialli, gioielli e foglie lanceolate verdi, azzurre e rosa dalle quali escono teste antropomorfe; i fregi vanno a formare una lunga coda sui margini superiore e interno, decorata da fiori e racchiusa entro una cornice che delimita il campo dei fregi e dell’iniziale in foglia d’oro. Sul fondo è la scena delle nozze di Cana, ambientata all’interno di una stanza con apertura sullo sfondo attraverso la quale si vede piazza San Marco con tre cavalieri; alla ricca tavola siedono Cristo e la Vergine, i giovani sposi al centro e un anziano a destra, tutti con abiti eleganti e gioielli; in primo piano sono tre servitori dai volti fauneschi (Garzelli 1985, pp. 317-318) intenti nella mescita del vino e dell’acqua miracolosamente trasformata; alle spalle dei commensali è un elegante arazzo con decorazioni vegetali e un festone di rami di alloro che sono portati anche dai servitori.
c. 110r, D(ixit dominus) iniziale figurata (mm 124 x 123; mm 410 x 140 con i fregi) con Leone X. Corpo della lettera rosa decorato con cirri gialli e foglie lanceolate azzurre, verdi e rosa che vanno a formare una breve coda con fiorellini. Sul fondo è la figura di papa Leone X, vestito con mozzetta e camauro, con il volto molto deteriorato. In mano tiene una croce e le chiavi d’oro e d’argento legate da un cordoncino rosso che fuoriesce dal corpo della lettera.
Le iniziali filigranate (es. M(agnum) di mm 110 x 110 al f. 65r) hanno il corpo azzurro o rosso con decorazioni a risparmio con racemi e fiori; il fondo e il campo sono di colore opposto a quello del corpo ed hanno decorazioni geometriche e fitomorfe stilizzate; alcune hanno brevi code e clipei acquerellati, altre decorazioni diamantate realizzate a tempera o croci stilizzate. Alcune delle iniziali filigranate hanno decorazioni figurate sul fondo:
c. 21v, V(identes) con un Sole entro il clipeo centrale e due corone.c. 46r, O(mnes) con una Candelabra dalla quale fuoriescono racemi stilizzati.c. 54v, V(idimus) iniziale figurata (mm 110 x 110 ca.) con Gesù in fasce. Corpo della lettera ad inchiostro azzurro decorato con racemi a risparmio; nel fondo, con decorazione filigranata rossa, è Gesù in fasce entro un sole raggiato realizzato in foglia d’oro.c. 61r, D(escendit) con la Colomba dello Spirito Santo realizzata a monocromo rosso.c. 62r, V(eterem) con i volti di due Angeli realizzati a monocromo azzurro.c. 102r, D(ono) con due Serafini oranti entro clipei realizzati a monocromo rosso e due testine di angeli sul corpo della lettera.c. 118v, C(olligite) con fascette di Grano sul fondo, sul corpo e nel campo della lettera.c. 125v, P(etrus) iniziale figurata (mm 110 x 110 ca.) con le teste dei Santi Pietro e Paolo e la colomba dello Spirito Santo. Corpo della lettera ad inchiostro azzurro decorato con racemi a risparmio; sul fondo filigranato di rosso sono le teste dei santi Pietro e Paolo e la colomba dello Spirito Santo.c. 126v, P(uer) iniziale figurata (mm 110 x 110 ca.) con Gesù in fasce. Corpo della lettera in inchiostro rosso decorato con racemi a risparmio; sul fondo filigranato in azzurro è la figura di Gesù in fasce, con il nimbo crocesegnato, che si erge sopra un altare.
Lettere grosse in inchiostro nero in molti casi con ricche decorazioni a racemi e fiori acquerellati in giallo.
Descrizione interna
Incipit a c. 1r: Magi videntes In nocte epiphanie (c. 2r): Afferte domino (notte dell'Epifania)Responsorium (c. 4r-4v): Hodie in Iordane (responsorio)In II° nocturno (c. 10r): Omnis terra (notturno)In III° nocturno (c. 17v): Venite adoremus (notturno)[...] Responsoria [...] (c. 24r-24v): Tria sunt munera (responsorio)Ultimum Responsorium [...] in octava epiphanie [...]. Ad laudes et per horas antiphona (c. 39r): Ante Luciferum (ottava dell'Epifania)Ad Benedictum. Antiphona (c. 43v): Hodie celesti (Benedictus - Cantico di Zaccaria nelle Lodi)Infra octavam ad Benedictum et Magnificat. Antiphona (c. 50r): Ab oriente (ottava di Epifania)[In] Sabbato (c. 58v): Remansit puer (sabato)Dominica prima post epiphaniam totum dicatur de epiphania [...] et antiphona ad Benedictum et ad Magnificat et oratio ad Benedictum. Antiphona (cc. 59v-60r): Fili quid (prima domenica dopo l'Epifania)Ad Magnificat antiphona (c. 61r): Descendit spiritus (Magnificat)[...] ad III.VI et IX. Responsorium (c. 78r): Super ripam (Ora Media - Terza; Ora Media - Sesta; Ora Media - Nona)[In] Sabbato post octavam epiphanie (c. 79v): Suscepit deus (sabato dopo l'ottava di Epifania)In invitatorio (c. 80v): Venite exultemus (invitatorio)Responsorium (cc. 86v-87r): Domine ne in ira tua (responsorio)In II° nocturno. Antiphona (c. 92v): Bonorum meorum (notturno)In III° nocturno (c. 99r): Non sunt loquele (notturno)Responsorium istud cantatur ab octava epiphanie usque ad LXXam (Septuagesimam) et a dominica prima post penthecosten usque ad aventum domini. In dominicis diebus. In laudibus antiphona (cc. 104v-105r): Alleluia alleluia (responsorio)Ad vesperas. Antiphona (c. 110r): Dixit dominus (vespri)Dominica III post epiphaniam (c. 113r): Cum autem descendisset (terza domenica dopo l'Epifania)Pro uno martyre (c. 119v): Iste sanctus (un martire)[In] Sabbato hymnus (c. 137r): Iam sol recedit (sabato)
Notizie storico critiche
Nell’Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera (1958, p. 7) il manoscritto è datato al XVI secolo ed è attribuito a Monte di Giovanni con riferimento al Milanesi (1850, p. 195) e al D’Ancona (1914, vol. II, pp. 685-686, n. 1413). In questo codice, come in tutti quelli del ciclo quattrocentesco, compare lo stemma dell'Opera del Duomo con l'Agnus Dei, simbolo dell'Arte della Lana. Nel 1331, infatti, il Comune di Firenze assegnò la gestione dell'Opera di Santa Maria del Fiore all'Arte della Lana e, nel 1413, una Bolla papale garantì alla stessa Arte la gestione dei beni della sagrestia della Cattedrale; lo stemma diventa, così, un'inequivocabile testimonianza della provenienza del codice da Santa Maria del Fiore. Il manoscritto fa parte del nuovo ed ultimo ciclo di quattordici Graduali e diciotto Antifonari commissionati dall’Opera del Duomo tra il 1508 e il 1526, tutti eseguiti dai più importanti artisti fiorentini e caratterizzati dalle grandi dimensioni che permettono di ottenere pagine di ampio respiro; dal momento che sono presenti soltanto quattro tetragrammi e quattro righe di testo in ciascuna carta, ogni volume include solo una breve parte dell’anno liturgico ma insieme ne costituiscono l’intero ciclo (Tacconi 2005, p. 175).Tutto il ciclo corale è abbondantemente citato negli Inventari, in particolare nell'Inventario dei libri di coro del 1663 (per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 341-369), dove è data una breve descrizione dei contenuti e di tutte le iniziali contenute in ciascuno, l'Inventario del 1822 (per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 373-376), dove ne vengono dati i contenuti e la segnatura in lettere che segue la successione all'interno dell'anno liturgico, e l'Inventario dei libri di coro del 1862 (per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 377-378) dove vengono proposte le attribuzioni ai vari miniatori. Per quanto riguarda l'Antifonario C n. 11, possiamo costatare che è ancora completo di tutte le iniziali miniate, anche se risultava già mancante di 14 carte nel 1663, che era inventariato come C e che l'attribuzione a Monte di Giovanni già nel 1862 faceva riferimento al Milanesi.Il codice venne realizzato in seguito all'elezione di Giovanni de' Medici a papa con il nome di Leone X e probabilmente fu portato a termine entro il 1515, anno in cui il pontefice fece il suo ingresso a Firenze: il fregio della c. 4v ne è una celebrazione insieme a tutta la famiglia Medici i cui simboli araldici abbandonano gli stemmi per animare in modo naturalistico il fregio inferiore della carta (Lazzi in Inganni ad arte 2009, p. 208); inoltre sono presenti due ritratti di Leone X: entro l'iniziale a c. 110r e in uno degli spettatori del Battesimo di Cristo. Gli stessi contenuti del codice, dall'Epifania alla sesta domenica dopo l'Epifania, coincidono con il soggiorno del pontefice: il codice venne probabilmente usato in Duomo e, forse, lo stesso Leone X ne fece uso per celebrare la messa del 6 gennaio (Tacconi 2005, p. 190)Le citazioni paesaggistiche, in questo codice, si inoltrano nei vicoli della città di Firenze con una veduta dello zoo di Palazzo Vecchio con gli animali ricevuti in dono dal Sultano; inoltre la presenza del 'leone' doveva essere un chiaro rimando a Leone X, figlio di Lorenzo il Magnifico. La decorazione è poi arricchita dai simboli araldici del popolo e della città: la Croce e il Giglio; l'intera pagina, in tutte le sue componenti, compreso il battesimo nell'iniziale, diventa quindi una celebrazione unitaria del rapporto tra la chiesa e la città (Garzelli 1985, p. 317).Nella scena delle Nozze di Cana a c. 87r, l'intento del miniatore sembra essere quello di contrapporre la sacralità della storia narrata al mondo "selvatico" dell'umanità; nella scena di fondo, invece, ambientata in piazza San Marco, la riflessione sulla veduta urbana e sul trascorrere delle ore è immortalata nelle ombre allungate dei personaggi colti in quiete conversazioni, nelle case e negli alberi toccati dalla luce radente del sole al tramonto (Garzelli 1985, pp. 317-318).
Relazione iconografico religiosa
c. 1r, i tre magi vedono la stella; natività di Gesù; Agnus Dei (Mt. 2,1-11)
c. 4v, battesimo di Cristo; Giovanni battista versa l'acqua sul capo di Cristo; lo Spirito Santo discende su Cristo; Agnus Dei (Mt. 3; Mc. 1,4-11; Lc. 3,1-22; Gv. 1,19-34)
c. 39r, dottore
c. 54v, Gesù bambino come simbolo eucaristico
c. 61r, Spirito Santo come colomba
c. 87r, nozze di Cana; Cristo ordina che vengano riempite di acqua sei giare (Gv. 2,1-11)
c. 110r, clero; ritratto
c. 125v, san Pietro apostolo, primo vescovo di Roma; san Paolo di Tarso apostolo
c. 126v, Gesù bambino come simbolo eucaristico