Descrizione
Antifonario per il Proprio del tempo dalla quarta domenica di settembre all'Avvento
Caratteristiche codicologiche
segnature: moderna a matita nell'angolo inferiore interno a c. Ir "L. N 20"
data: 1508-1526
Provenienza: Santa Maria del Fiore
membr.
mm 680 x 495 (c. 55r)
fascicoli legati
guardie: I, I' cartacee moderne; II membranacea antica
cc. II + 159 + I'
numerazione: moderna (sec. XVIII) a penna a inchiostro nero in cifre romane al centro del margine esterno di modulo piccolo (cc. 1r-159r), in alcune carte (es. cc. 4-5, 9-13, 20-21, ...) è presente una numerazione antica di riferimento a penna in cifre arabe nell'angolo inferiore esterno ma quasi del tutto scomparsa a causa delle rifilature: questa numerazione dovrebbe iniziare dal numero 111 poiché la prima leggibile è a c. 3r con il numero 113
fascicoli: 1 (9), 2-11 (8), 12 (7), 13-20 (8); la carta di guardia membr. è solidale al primo fascicolo
specchio rigato: 73 [470] 137 x 75 [10/288/9] 113 (c. 55r)
rr. 24/ll. 4 + 4 tetragrammi (c. 55r)
Scrittura
Littera textualis di una sola mano (cc. 1r-155r), aggiunta di una eventuale seconda mano alle cc. 155r-159v.
Notazione musicale quadrata nera su tetragramma rosso.
Legatura
mm 758 x 550 x 135; moderna; assi rivestite in cuoio marrone con cantonali e fornimento centrale polilobati in ottone con borchia a sbalzo centrale; due bindelle con tenoni; cartellino con i contenuti del codice sul piatto posteriore (molto deteriorati): "Antiphonarium [...]"; chiodi e 8 nervi sul dorso.
Decorazione
Miniatura di pennello:
1 iniziale istoriata
3 iniziali figurate
Miniatura di penna:
178 iniziali filigranate
L'iniziale istoriata e le iniziali figurate sono caratterizzate dal campo in foglia d’oro, il corpo è decorato con foglie lanceolate che vanno a formare un fregio marginale decorato con bottoncini dorati.
c. 2r, A(donai domine) iniziale figurata (mm 232 x 200; mm 645 x 435 con i fregi; mm 92 e 48 il diametro dei clipei) con Giuditta con la testa di Oloferne. Corpo della lettera color porpora decorato con cirri dorati e foglie lanceolate azzurre e verdi che formano racemi sul campo in foglia d'oro; il fregio, che si estende su tre margini, è delimitato da una cornice dorata ed è formato da foglie lanceolate e fiori verdi, rosa, azzurri e dorati con porporina; tra di essi sono putti alati, cornucopie, sfingi, mascheroni e candelabre, inoltre nel fregio trovano spazio diversi clipei: nel margine superiore è un clipeo con la figura a mezzobusto di Cristo redentore, nel margine interno sono tre clipei con lo Stemma del popolo di Firenze d'argento alla croce rossa, San Zanobi con il pastorale e lo Stemma di Firenze d'argento al giglio rosso; nel margine inferiore è un grande clipeo centrale con l'Agnus Dei e due clipei laterali con il Monogramma dell'Opera. Sul fondo dell'iniziale, entro un paesaggio campestre, è la figura di Giuditta che brandisce la spada e tiene in mano la testa di Oloferne.
c. 18r, D(omine rex omnipotens) iniziale figurata (mm 233 x 230; mm 640 x 233 con i fregi) con Ester. Corpo della lettera color porpora decorato con fiorellini bianchi e dorati e con due gioielli con gemme e perle; foglie lanceolate verdi e azzurre vanno a formare fregi con fiorellini rosa che si estendono lungo il margine interno entro un campo delimitato da una cornice dorata. Nel fondo della lettera è rappresentata la regina Ester coronata, seduta su un trono ligneo con un alto drappo azzurro damascato che mette in risalto la figura: la giovane indossa una veste verde e un ampio mantello rosso, in mano tiene un libro e nell'altra un cartiglio entro il quale è scritto in capitali "Regina Ester"; alle sue spalle è una balaustra marmorea oltre la quale si apre un paesaggio campestre.
c. 26v, A(daperiat dominus) iniziale figurata (mm 248 x 252; mm 640 x 360 con i fregi) con Uomini oranti. Corpo della lettera azzurro decorato con foglie lanceolate rosa, verdi e azzurre che vanno a formare un lungo fregio che si estende sui margini superiore ed esterno: al centro di quello superiore è uno scudo retto da un putto alato con lo Stemma del popolo di Firenze, d'argento alla croce rossa. Nel fondo della lettera sono le figure di quattro uomini oranti genuflessi; la scena è ambientata in un paesaggio di campagna e i due personaggi a sinistra sono di ètà molto diverse: uno giovane e l'altro anziano, indossano semplici vesti coperte da mantelli mentre i due personaggi a destra, di mezza età, indossano eleganti mantelli e copricapo.
c. 60v, V(idi dominum sedentem) iniziale istoriata (mm 240 x 227; mm 640 x 227 con i fregi) con la Visione di Ezechiele. Corpo della lettera color porpora decorato con cirri dorati e foglie lanceolate azzurre, verdi e fiorellini rosa che vanno a formare un lungo fregio sul margine esterno; questo è delimitato da una cornice dorata alle cui estremità sono lo Stemma del popolo di Firenze, d'argento alla croce rossa, e il Monogramma dell'Opera. Sul fondo della lettera è rappresentata la visione di Ezechiele con il profeta a mezzobusto che tiene un cartiglio in mano con scritto in capitali "Ezechiel" mentre con l'altra indica verso l'alto dove, entro una mandorla di luce circondata da serafini, è Dio Padre benedicente con lo scettro e la corona.
Le iniziali filigranate medie (es. I(mpetum) di mm 103 x 110 a c. 33r) hanno il corpo azzurro o rosso, decorazioni a risparmio geometriche o con racemi e grottesche; il fondo e il campo sono di colore opposto a quello del corpo con decorazioni geometriche e fitomorfe stilizzate o con decorazioni diamantate e cornici realizzate a tempera. Un secondo miniatore di penna potrebbe essere intervenuto in un momento successivo e in corrispondenza della diversa mano di scrittura alle cc. 155r, 158r-159v; 3 iniziali con decorazioni figurate sul fondo:
c. 90v, Q con una losanga al cui interno sono quattro Gigli della città di Firenze in inchiostro azzurro
c. 94v, Q con il Giglio della città di Firenze in inchiostro rosso entro un clipeo
c. 137v, Q con la Croce del popolo di Firenze in inchiostro rosso entro un clipeo
10 iniziali filigranate piccole alle cc. 156r-159v di entrambi i miniatori di penna.
Lettere grosse in inchiostro nero, in alcuni casi con decorazioni a racemi.
Descrizione interna
Il codice contiene l'Antifonario per il Proprio del tempo dalla quarta domenica di settembre all'Avvento.
Antiphonarium a dominica IIII septembris usque ad Adventum (cc. Iv-1r): Adonai domine deus (Antifonario dalla quarta domenica di settembre all’Avvento)
Dominica IIII mensis septembris. Responsorium (cc. 1v-2r): Adonai domine deus (quarta domenica di settembre)
Sabbato ante dominicam Vam ad Magnificat. Antiphona (c. 17r): Domine rex omnipotens (sabato prima della quinta domenica)
Dominica V septembris. Responsorium (c. 18r): Domine rex omnipotens (quinta domenica di settembre)
Dominica prima octobris pon[...] liber Machabeorum. Responsorium (c. 26r-v): Adaperiat dominus (prima domenica di ottobre)
Sabbato ante kalendas novembris ad Magnificat. Antiphona (c. 59r-v): Vidi dominum (sabato prima dell’inizio di novembre)
Dominica prima kalendarum novembris. Responsorium (c. 60v): Vidi dominum sedentem (prima domenica di novembre)
Dominica XV post penthecosten ad Benedictum. Antiphona (c. 95v): Ibat Iesus (quindicesima domenica dopo la pentecoste)
Dominica XVI post penthecosten ad Benedictum. Antiphona (c. 97r): Cum intraret (sedicesima domenica dopo la pentecoste)
Dominica XVII post penthecosten ad Benedictum. Antiphona (c. 100r): Magister quid est (diciassettesima domenica dopo la pentecoste)
Dominica XIX ad Benedictum. Antiphona (c. 104r): Dicite invitatis (diciannovesima domenica dopo la pentecoste)
Dominica XX ad Benedictum. Antiphona (c. 106r): Erat quidam regulus (ventesima domenica dopo la pentecoste)
Dominica XXI ad Benedictum. Antiphona (c. 108r): Dicit autem (ventunesima domenica dopo la pentecoste)
Dominica XXII ad Benedictum. Antiphona (c. 110v): Magister scimus (ventiduesima domenica dopo la pentecoste)
Dominica XXIII post penthecosten ad Benedictum. Antiphona (c. 111v): Dicebat enim (ventitreesima domenica dopo la pentecoste)
Dominica XXIIII post penthecosten ad Benedictum. Antiphona (c. 113r): Cum inderitis (ventiquattresima domenica dopo la pentecoste)
Dominica V ad Benedictum. Antiphona (c. 119r): Domine non (quinta domenica)
Dominica VI ad Benedictum. Antiphona (c. 121r): Simile est regnum (sesta domenica)
Ad tertiam. Antiphona (cc. 122v-123r): Alleluia (Ora Media - Terza)
Ad tertiam. Responsorium (c. 123r): Inclina cor meum (Ora Media - Terza)
Ad sextam. Responsorium (c. 124v): In eternum (Ora Media - Sesta)
Ad nonam. Responsorium (c. 125r): Clamavi in toto (Ora Media - Sesta)
Ad vesperas. Antiphona (c. 126r): Dixit dominus (vespri)
Feria II ad vesperas. Antiphona (c. 128r): Inclinavit dominus (lunedì)
Feria III ad vesperas. Antiphona (c. 130v): In domum (martedì)
Feria IIII ad vesperas. Antiphona (c. 133r): Non confundetur (mercoledì)
Feria V ad vesperas. Antiphona (c. 136r): Et omnis mansuetudinis (giovedì)
Sabbato ad vesperas. Antiphona (c. 141v): Benedictus dominus (sabato)
Pro uno martyre. Antiphona (c. 143r-v): Iste sanctus (un martire)
Commune sancte Marie Virginis in sabbato (c. 148r-v): Beata mater (comune della Vergine)
In dominicis diebus. Hymnus (c. 156r-v): Lucis creator (domenica)
Feria VI ad vesperas. Hymnus (c. 158r): Hominis super (venerdì; post.)
Notizie storico critiche
Nell’Inventario dell’Archivio Musicale dell’Opera (1958, p. 18) il manoscritto è datato al XVI secolo ed è attribuito ad Antonio di Girolamo, discepolo di Monte di Giovanni, dal Milanesi (1850, p. 200) e dal D’Ancona (1914, II, pp. 542-543, n. 1073).
Il codice fa parte del nuovo ed ultimo ciclo di quattordici Graduali e diciotto Antifonari commissionati dall’Opera del Duomo tra il 1508 e il 1526, tutti eseguiti dai più importanti artisti fiorentini e caratterizzati dalle grandi dimensioni e dalle pagine di ampio respiro; dal momento che sono presenti soltanto quattro tetragrammi e quattro righe di testo in ciascuna carta, ogni volume include solo una breve parte dell’anno liturgico ma insieme ne costituiscono l’intero ciclo (Tacconi 2005, p. 175).
In questo codice, come in tutti quelli del ciclo quattrocentesco, compare lo stemma dell'Opera del Duomo con l'Agnus Dei, simbolo dell'Arte della Lana che, in seguito a una Bolla papale del 1413 che garantì all'Arte della Lana la gestione dei beni della sagrestia della Cattedrale, fu adottato come proprio simbolo anche dall'Opera; lo stemma diventa, così, un'inequivocabile testimonianza della provenienza del codice da Santa Maria del Fiore. La presenza dei Gigli invece, anche nelle iniziali filigranate, fa parte del programma di glorificazione dei simboli civici, politici e religiosi della città di Firenze la cui massima espressione fu il rientro dall’esilio della famiglia Medici nel 1512 e l’elezione a papa di Leone X de’ Medici l’11 marzo 1513.
Tutto il ciclo corale è abbondantemente citato negli Inventari, in particolare nell'Inventario dei libri di coro del 1663 (p. 17; per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 341-369), dove è data una breve descrizione dei contenuti e di tutte le iniziali contenute in ciascuno, l'Inventario del 1822 (per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 373-376), dove ne vengono dati i contenuti e la segnatura in lettere che segue la successione all'interno dell'anno liturgico, e l'Inventario dei libri di coro del 1862 (per la trascrizione cfr. Tacconi 1999, pp. 377-378) dove vengono proposte le attribuzioni ai vari miniatori. Per quanto riguarda l'Antifonario L n. 20, possiamo costatare che è ancora completo di tutte le miniature ma oggi risulta mutilo di numerose carte poiché originariamente dovevano essere 185 e la loro numerazione è posteriore al 1663; era inventariato come L e l'attribuzione delle miniature, che nel 1862 faceva riferimento al Milanesi, era ricondotta ad Antonio di Girolamo.
Relazione iconografico religiosa
c. 2r, Giuditta mostra alla gente la testa di Oloferne; Croce; san Zanobi vescovo di Firenze; Giglio; Agnus Dei; monogramma (Gdt. 8-16)
c. 18r, Ester indossa le vesti regali (Est. 5,1-15,1-2)
c. 26v, uomini; Croce
c. 60v, visione di Ezechiele; chiamata di Ezechiele; Croce; Agnus Dei (Ez. 1-3)