Descrizione
Il disegno , inchiostro e acquerello verde su carta, consiste in un frammento di progetto per la facciata di Santa Maria del Fiore. Nel foglio, che presenta lesioni diffuse e alcune mancanze al margine superiore, è rappresentato soltanto il coronamento monocuspidale. Alla base del coronamento, sopra le due navi minori, aggetta un ballatoio orizzontale su archetti trilobati, che si snoda intorno ai contrafforti di facciata e si interrompe sulla navata maggiore. Ai due estremi del ballatoio, a conclusione dei contrafforti, sono presenti tabernacoli caratterizzati da colonnine tortili e alte guglie, all'interno dei quali sono collocate statue. Due nicchie si aprono entro i contrafforti mediani che inquadrano la nave maggiore. L'occhio centrale è racchiuso entro un arcone acuto impostato sul ballatoio e ornato da una ghiera di archetti trilobati. La nave maggiore termina con una cuspide decorata a gattoni culminante con una croce e due angeli; ai lati sono presenti altri due tabernacoli a coronamento dei contrafforti mediani. Al centro della cuspide, entro un campo a intarsi bicromi, è collocato un medaglione trilobato.
Notizie storico critiche
Di questo disegno, andato in gran parte perduto nell'alluvione del 1966, rimane soltanto la parte superiore, ove è rappresentato il coronamento monocuspidale. Il progetto fu presentato da Vincenzo Funghini al primo concorso per la facciata del duomo di Firenze nel 1862, con il motto identificativo Godi Fiorenza perché se'sì grande. La commissione giudicatrice accolse il progetto con pareri contrastanti; furono criticate alcune soluzioni formali, quali la decorazione ad archetti nell'arcone centrale, l'inquadratura degli occhi, il disegno dei tabernacoli di coronamento, la decorazione derivante dai fianchi della cattedrale. L'elaborato di Funghini conseguì tuttavia la menzione d'onore, ottenendo il voto di Alessandro Antonelli. Il prospetto può essere osservato integralmente nella fotografia eseguita da Pietro Semplicini (CERRETELLI C., in AA. VV., 1987, pp.124-125; cfr. COZZI M., in CRESTI C., COZZI M., CARAPELLI G., 1987, p. 88). Nella campagna di catalogazione realizzata dalla Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici nel 1992 il disegno è stato erroneamente attribuito a Mariano Falcini ed interpretato come un particolare di progetto.