Descrizione
Il disegno, in sato di conservazione mediocre, è eseguito a matita, inchiostro e acquerello policromo su carta, è datato 1864 e firmato dall’autore Andrea Scala, e rappresenta un progetto per la facciata di Santa Maria del Fiore in scala 1:50. Lo stesso autore descrive efficacemente il proprio elaborato nella relazione che accompagna il progetto (SCALA A., 1864). La facciata, a coronamento orizzontale, si presenta ripartita da fasce orizzontali raggruppabili in quattro zone, come il fianco del Duomo: il basamento, la zona porte, la galleria e il grande occhio del livello superiore. I ballatoi, che caratterizzano il Duomo anche all’interno, coronano la navata centrale e le navate laterali fino ai pilastri mediani – non oltre, per non dividere in due la facciata. Le porte riprendono il rapporto classico di 1/3 dell’altezza delle navate e, come le bifore della galleria, hanno cuspidi ad angolo retto. La galleria interrompe la monotonia del prospetto e, attraverso la soprastante decorazione a patere, si collega all’occhio centrale. Gli oculi circolari sono senza rosone, come quelli dei fianchi e della cupola, ma con ornamento in ferro e bronzo; i tre oculi e la porta centrale sono inoltre disposti alle estremità di una croce, al centro della quale è la statua della Madonna. Per il resto, le sculture sono usate con parsimonia e poste sul basamento – come nel Campanile e in Orsanmichele . Il colore, infine, si ispira ai rapporti cromatici dei marmi del Campanile. (CERRETELLI C., in AA.VV., 1987, p.150, n. 30).
Notizie storico critiche
Dopo la sua partecipazione come giudice al primo concorso per la facciata di S. Maria del Fiore, l’architetto udinese Andrea Scala è tra i dieci artisti invitati a presentare un progetto per il concorso del 1864. Unico progetto semifinalista nella categoria a coronamento “orizzontale”, la facciata di Andrea Scala figura tra le quattro finaliste, ma nella votazione finale non ottiene preferenze: la commissione critica le linee orizzontali inadatte al carattere di monumento religioso, il ballatoio superiore, prolungato fino al tamburo della cupola, le porte piccole e “poco felici”, le bifore della galleria, discordanti dagli oculi circolari. Gli stessi elementi sono disapprovati dalla stampa. (La Gazzetta del Popolo, A.III, n.24, 26 Gennaio 1863; La Nazione A. VI, n.227, 14 Agosto 1864). Il coronamento orizzontale della navata centrale era stato teorizzato dall’architetto svizzero Joahnn Georg Müller (CERRETELLI C., in AA.VV., 1987, p.103, n. 5) nel suo articolo tradotto nel 1852 (MÜLLER, J.G., 1852), che influenza forse la scelta progettuale di Scala.
Invitato dalla Deputazione promotrice a ripresentare il progetto, con opportune modifiche, per una terza prova, Andrea Scala riconsegnerà il suo lavoro con poche variazioni, insieme ad un modellino in alabastro del Duomo, con la facciata a coronamento orizzontale e cuspidi amovibili, per valutare i due sistemi. (CERRETELLI C., in AA.VV., 1987, p.150, n. 30)