Descrizione
Candeliere costituito da un supporto parietale a placca circolare convessa, formata da cornici digradanti percorse da centinature verticali, dalla quale si snoda un braccio, costituito da volute contrapposte, con superficie bombata e terminazioni bombate, raccordate tra di loro tramite un nodo a rocchetto, che sostiene il fusto centrale della lampada. Il fusto è caratterizzato da un nodo principale a cipolla, seguito da un elemento cilindrico che sostiene la luce centrale, da cui partono i tre bracci laterali. La luce centrale poggia su una base bombata e su un fusto modanato a sezione circolare. Il piattello circolare è provvisto di un bocciolo a vaso, circondato dal vetro di protezione. I bracci laterali sono formati da volute acantiformi ( interrotte al centro da nodi formati da doppi boccioli bombati e contrapposti ) che creano ampi girali saldati al fusto centrale tramite un'altra fascia liscia, simile a quella che unisce il braccio di base alla placca parietale. I bracci culminano in una triplice sequenza di nodi a rocchetto, sui quali si impostano piattelli identici a quello centrale. La ricca ma sobria decorazione si affida ad un motivo di foglie lanceolate e nervate, ricorrente sulla cornice centrale del supporto parietale, su una voluta del braccio di base.
Notizie storico critiche
I lumi corrispondono a quelli citati in alcuni documenti capitolari relativi alla cappella della SS. Concezione: nel 1897 furono infatti "per la prima volta collocati ai pilastri dell'altare i due candelabri d'argento che il comitato della festa centenaria del maggio deliberò che si facessero per memoria del detto centenario, coll'avanzo delle offerte in detta circostanza raccolte". La notizia è confermata del resto dall'iscrizione fatta incidere in quella occasione sugli arredi. I documenti ci informano ancora che le offerte raccolte "non sono bastate, perché la spesa dei medesimi fatta dagli argentieri Grazzini di Ponte Vecchio è salita a lire 1850 mentre l'avanzo era di lire 1300". In particolare è da notare che "i bracci d'argento su cui posano i due candelabri esistevano e sono stati all'uopo rifiniti, corretti e rimessi a nuovo". I bracci di supporto sono dunque realizzazioni precedenti riutilizzate per i nuovi candelieri eseguiti nel 1897: i candelieri infatti recano sul piattello d'attacco al muro un'iscrizione in cui si ricorda, come gli antichi arredi i cui bracci ne facevano parte, furono donati da ignoti benefattori della SS. Concezione nel 1798. La coppia dei candelieri potrebbe corrispondere ai "due bracci d'argento in stile barocco con quattro lampade votive, conservati presso l'altare della Madonna", secondo l'inventario del 1979. La bottega degli argentieri Grazzini- citati dai documenti come autori dei candelieri- aveva la propria sede a Firenze su Ponte Vecchio e risulta certamente attiva, fra l'ultimo quarto dell'Ottocento e l'inizio del secolo successivo. Numerosi sono del resto i loro interventi, sia di restauro che di realizzazioni ex-novo nella cattedrale fiorentina e in particolare modo proprio per le suppellettili della Cappella della SS. Concezione. Stilisticamente l'ornamentazione piuttosto eclettica che caratterizza i candelieri appare coerente con le tendenze revivalistiche della fine dell'Ottocento. La tipologia ricca ma composta si ispira a realizzazioni toscane della fine del Settecento. In particolare il gioco delle volute contrapposte e dei decori acantiformi replica canoni decorativi settecenteschi, tuttavia essi paiono rivisitati secondo moduli ornamentali neoclassici ampiamente utilizzati nel corso di tutto l'Ottocento ( foglie lanceolate e nervate, baccellature, bocciolo a vaso ).