Descrizione
Il rilievo di forma esagonale con cornice modanata, decorata in basso da motivi fitomorfi raffigura due filosofi impegnati in un animata discussione. L'uomo raffigurato sulla sinistra del rilievo è rappresentato a figura intera di tre quarti, con capelli corti in abbigliamento contemporaneo, tiene tra le mani un libro aperto e volge lo sguardo verso l'altro uomo anch'egli rappresentato a figura intera di profilo, con barba e capelli lunghi in abbigliamento contemporaneo, egli solleva le mani nel gesto di spiegare qualcosa al suo interlocutore.
Notizie storico critiche
Il rilievo fa parte di un gruppo di cinque formelle eseguite per il Campanile di Giotto per integrare la serie delle formelle non portata a compimento da Andrea Pisano. Il 2 dicembre del 1438 si stanziarono a Luca della Robbia trenta fiorini d’oro come pagamento per il lavoro in via di svolgimento, in seguito gli furono pagati settanta fiorini d’oro per la conclusione del lavoro (Becherucci, 1985). Le cinque formelle segnano un momento importante nell’opera dell’artista in cui egli esprime la sua posizione di “aggiornatore della gloriosa tradizione del gotico toscano”; nella loro realizzazione Luca della Robbia dovette tenere presente la necessità di armonizzare le sue composizioni con quelle preesistenti di Andrea Pisano, creando scene di grande semplicità e sobrietà. Andrea Pisano iniziò a lavorare ai rilievi dopo aver già eseguito le porte bronzee del Battistero e diresse i lavori del Campanile fino agli anni Quaranta quando fu sostituito da Francesco Talenti. La realizzazione dei rilievi si dovrebbe suddividere in due fasi, una prima fase che si concluse nel 1343 e che interessò i rilievi della facciata ovest (rilievi della Genesi e "Tubalcain"); la seconda fase dei lavori dovrebbe andare dal 1348 al 1350 quando Andrea Pisano realizzò gli esagoni che raffigurano la Venatio sino alle tre Arti, lasciando l'esecuzione dei rilievi dell'ordine superiore agli aiuti. Successivamente vennero realizzate le losanghe con i Sacramenti allo scultore Alberto Arnoldi.
Relazione iconografico religiosa
Sull'interpretazione dei soggetti delle cinque formelle realizzate da Luca della Robbia la critica è discorde. Il Vasari nella sua prima edizione delle Vite le descrive come allegorie della "Musica", della "Filosofia" e delle "Arti liberali", in seguito propone di riconoscervi anche alcuni personaggi come Donato (per la "Grammatica"), Platone e Aristotele (per la "Filosofia"), Tolomeo (per l"Astrologia"), Euclide (per la"Geometria"). Secondo la Becherucci le cinque formelle rappresenterebbero le Arti Liberali: l’Astrologia, l’Aritmetica, la Musica (o Retorica o Poesia), la Filosofia e la Grammatica. Le arti liberali già in parte raffigurate in alcune delle formelle romboidali sembrano essere un omaggio allo Studio Fiorentino, (cioè l’Università) una prestigiosa istituzione del Medioevo cristiano, che venne fondata proprio in quegli anni a Firenze e che ebbe sede in via dello Studio, vicinissima al Duomo. Le arti del trivio e del quadrivio erano riconosciute dalla tradizione come liberali cioè dell’uomo libero. Secondo la Becherucci (1985) il rilievo che vuole rappresentare allegoricamente la Dialettica probabilmente vuole raffigurare nelle due figure di filosofi impegnati in una discussione: Platone ed Aristotele.
Le formelle realizzate da Luca della Robbia si inserirono nella decorazione scultorea del Campanile di Giotto realizzata da Andrea Pisano e aiuti, tale decorazione seguiva un programma iconografico che fu ispirato secondo lo Schlosser dall'Etymologiae di Isidoro di Siviglia, Li livres du tresor di Brunetto Latini e lo Speculum di Vincenzo Beauvais, le formelle esagonali illustrano le attività umane divise dalla Scolastica in Artes Mechanicae, Artes Liberales e Arti della Virtus, nell'ordine superiore sono raffigurate le arti del Trivio e del Quadrivio tramite le quali l'uomo è nuovamente degno della redenzione alla quale poi alludono le statue superiori con i Re, Profeti, Sibille e Patriarchi(Schlosser, 1896). Secondo Timothy Verdon l'ispiratore del ciclo fu uno scrittore fiorentino Fra Remigio de'Girolami, domenicano di Santa Maria Novella, che la tradizione ritiene maestro di Dante e che fu allievo di Tommaso d'Aquino; il testo utile per capire il programma iconografico della decorazione scultorea del Campanile è il suo Contra falsos ecclesie professores dove Fra Remigio esprime la teoria che la Chiesa Cattolica "conosce" tutte le discipline del sapere umano e ne mette in risalto la loro funzione rivelatrice della perfezione di Cristo (Verdon, 1994). La decorazione scultorea del Campanile risponde ad un programma iconografico legato ai programmi iconografici con cui erano state progettate e realizzate le opere degli altri monumenti della Piazza del Duomo: i mosaici del Battistero conclusi nel XIII secolo che esprimevano una prima catechesi che mirava ad introdurre il fedele a tutta la lunga storia della salvezza; seguito dal programma iconografico pensato per la facciata del Duomo che parlava della vita di Maria mediatrice della Redenzione. Il programma iconografico del Campanile è il più difficile da comprendere, i primi sette rilievi rappresentano prima l'operosità di Dio che crea Adamo e poi Eva e poi l'opera degli uomini che lavorano la terra, seguiti dalle formelle che raccontano la nascita delle attività umane partendo dai primi lavori primordiali secondo la Genesi, raffigurandone i loro fondatori biblici: Jabal, Jubal, Tubalcain fino a Noè. A queste formelle seguono le losanghe con i pianeti, perchè secondo la mentalità medievale i lavori dell'uomo subiscono l'influsso degli astri e dei pianeti ed infine seguono le immagini delle Virtù che insegnano all'uomo a trasformare la realtà. Sul lato nord del Campanile si trovano le losanghe con la raffigurazione dei Sacramenti che rappresentano il culmine della visione "cattolica" universale in cui viene offerta "la totalità delle conoscenze", nella consapevolezza che il principio di ogni verità e di ogni forma di esistenza è Dio stesso come ricorda Fra Remigio (Verdon, 1994).