Descrizione
La testa in marmo raffigura San Giovanni Battista, un frammento interrotto irregolarmente subito sotto il collo; rivolta verso destra, presenta barba e capelli fluenti e ha nei capelli e nella barba i fori del trapano. Il santo ha un aspetto leonino e mostra un irruente pittoricismo,tale da tradire l'ultimo omaggio fiammante alla scultura di Giovanni Pisano con il quale Tino era stato in rapporti probabilmente anche di collaborazione. Gli aspetti più elegantemente gotici di questa scultura si possono scoprire nei sinuosi ondeggiamenti dei capelli: benchè con il trapano siano perseguiti maggiori affondi, le piccole striature dei ciuffi in curva si raccolgono ordinate verso la parte posteriore della testa con effetti di sottile incisione e minute gradazioni del rilievo.
Notizie storico critiche
Il frammento della statua del Santo, in atto di battezzare Cristo, si presentava sulla porta Sud del Battistero quasi di profilo al fianco di Cristo, collocato al centro, frontalmente. Inizialmente accomunato alla figura del Cristo, questo frammento ha poi conosciuto diverse interpretazioni nell'ambito della letteratura critica artistica. La scultura infatti viene ricordata nei cataloghi del Museo (1886, p. 67 e 1891, p. 12) e dal Poggi (1904,p.7) come opera "di scuola fiorentina del XVI secolo" fra le "undici teste umane di varia forma e grandezza" presente nell'elenco delle opere destinate al nuovo Museo, compilato nel 1886 (p.67) e come "frammento di grande statua, arte toscana sec. XIV" nel catalogo del 1891 (p.12). Venne poi studiata dal Venturi (1904, p. 7 e 1906, p. 235) che l'attribuì, insieme alla Carità e con l'altra testa di profeta, a Giovanni Pisano, notizia probabilmente dedotta dall'informazione data dal Vasari circa un soggiorno fiorentino dello scultore. Questa attribuzione viene mantenuta dal Venturi nella "Storia" (1906, p. 235) che però viene ben presto modificata quando, nella monografia sull'artista (1928, p. 53) ritenne probabile che egli "avesse aiuti nel lavoro, dove non è suggellata la sua gran forza" (1928, p.53). Contrario a questa attribuzione è il Carli (1934,p.36) per una delle due teste: quella "che per il trattamento dei capelli più si riavvicina" al busto della Carità, che con essa, secondo lo studioso, "ha poco di comune". Il Ragghianti per primo identificò la testa come quella di un Giovanni Battista, affermandone l'originaria collocazione nel gruppo con il "Battesimo di Cristo" sulla porta sud del Battistero e la esaminò in relazione al cassone del Bargello. Da questi elementi - e da interpretazioni da lui fatte sulla base di documenti relativi al Battistero - ricostruì l'attività di un ipotetico "maestro di San Giovanni", il quale avrebbe eseguito il gruppo del Battesimo fra il 1309 e il 1313 e che sarebbe autore anche dell'altra testa di profeta e dei frammenti di figure femminili del Museo. Alle stesse conclusioni, per ciò che riguarda l'identificazione e la collocazione originaria dell'opera, era giunto anche il Weinberger che ricorre anch'egli al nome di "maestro di S. Giovanni" e alla datazione 1309-13 avvicinando questa testa alla "Carità" e ai due angeli del Victoria and Albert Museum di Londra, ritenendola di uno scultore vicino a Tino di Camaino. Ancora considerata come opera del "Maestro di San Giovanni" alla mostra della scultura pisana (1946, p.32), fu avvicinata ad Andrea da Pontedera dal Toesca. La prima a parlare come di una scultura sicuramente di Tino di Camaino fu la Brunetti attribuzione ribadita nel catalogo del Museo dell'Opera (1969,I,p. 288,n. 21, fig. 32).
Relazione iconografico religiosa
Nei primi secoli dell'arte cristiana Giovanni Battista viene solitamente rappresentato con barba e capelli lunghi e incolti, vestito soltanto di una pelle di pecora, simbolo della vita ascetica trascorsa nel deserto (mosaici della cupola del battistero degli Ortodossi e del battistero degli Ariani, Ravenna, sec. V-VI); talvolta la pelle è indossata sopra la tunica (cattedra di Massimiano, Ravenna, Museo Arcivescovile, sec. VI). Questa iconografia rimane immutata nell'arte bizantina, dove si accentua tuttavia il carattere dell'asceta dal volto scarno; in epoca tarda il Battista viene a volte rappresentato con le ali. La figura di Giovanni appare raramente isolata (portale del transetto N della cattedrale di Chartres;Nicola Pisano, pulpito del battistero di Pisa) ed è soprattutto frequente nella scena del battesimo di Cristo (Renier de Huy, fonte battesimale, Liegi, S. Bartolomeo, Piero della Francesca, Londra, National Gallery). Meno comune invece la scena della decollazione (Caravaggio, chiesa di S. Giovanni a La Valletta, Malta). A partire dal Rinascimento, soprattutto in Italia, Giovanni viene spesso rappresentato bambino mentre gioca con Gesù (Leonardo, Vergine delle rocce, Parigi, Louvre) e talora come un giovane imberbe e bellissimo (Leonardo, S. Giovanni Battista, Louvre). Attributi frequenti del Battista sono un medaglione in cui è raffigurato l'agnello, simbolo di Cristo, e una croce a cui è legato un nastro con la scritta Ecce Agnus Dei.