Descrizione
La statua rappresenta il pontefice Bonifacio VIII e poggia sopra una base che reca sulla parte frontale l’iscrizione BONIF. TIVS/ PP. VIII. Il pontefice seduto indossa la tiara papale e l’abito pontificale costituitoda alba, amitto e casula con il pallio che gli avvolge le braccia. Entrambe le braccia hanno perduto le mani. Il braccio destro si alza verso il petto, quello sinistro si muove in avanti.
Notizie storico critiche
La grande statua rappresentante il pontefice Bonifacio VIII divenne proprietà dell’Opera del Duomo di Firenze nel 1893, in seguito alla donazione del Duca Onorato Caetani di Sermoneta, discendente del Papa, che in quell’anno l’aveva acquistata dall’antiquario fiorentino Stefano Bardini. Nel 1937 essa fu collocata nel museo sopra il basamento che reca l’iscrizione che ricorda la donazione. Il passaggio presso l’antiquario Bardini non era che l’ultimo di una serie di spostamenti che la statua aveva subito nel corso dei secoli dalla sua collocazione originaria nella facciata della cattedrale di Santa Maria del Fiore, forse nel 1298. In una ponderosa scheda su quest’opera nel catalogo del museo (1969), Luisa Becherucci ripercorre con precisione tutti i passaggi della statua testimoniati da fonti scritte, ma anche figurative, che la ricordano sulla facciata “con un San Pietro e un San Paolo che lo mettono in mezzo” (Vasari ed Milanesi, I, 1873, p. 483) o, “in mezzo a due diaconi parati e ritti” (Carte Rondinelli scheda n. 7) o, come riferisce la Cronaca di Benedetto Dei del 1470 (Poggi, 1909, p. XLVII), “cholla chiave in mano e cholla mitera in testa”. Successivamente alla distruzione della facciata della cattedrale, nel 1587, la statua arriva in via Valfonda a Firenze nel Giardino che sarà, prima dei Bartolini Salimbeni, poi dei Riccardi e infine degli Stiozzi. Qui viene vista dal Manni (1742) che testimonia, seguito dal Vettori (1738), di un primo intervento di restauro sulla statua ad opera del Marchese Vincenzo Riccardi che aveva riunito alcune parti disperse e rifatto la base. Nella prima metà dell’Ottocento, stando ad una testimonianza del Cicognara, la stata fu ulteriormente restaurata o integrata mentre la sua ultima collocazione, rivelata dal Milanesi (Vite, I, p. 494, n.1), prima dell’antiquario Bardini, furono gli Orti Oricellari che appartenevano alla signora Orloff. La statua, già studiata dalla Becherucci (1969) ed indagata anche negli aspetti più tecnici per cui la studiosa riteneva di attribuire l'eccessiva rigidità del panneggio ai numerosi interventi di restauro subiti tra Seicento e Novecento, è stata recentemente oggetto di uno studio specifico da parte della Neri Lusanna (2007). Alta 2,80 metri senza basamento e realizzata con l'assemblaggio di tre pezzi originali portanti principali più altre lastre di marmo che formano la statua anche nel senso della profondità, l'aspetto di rigidità che la statua presenta non è solo il prodotto delle intenzioni formali dello scultore ma ma anche di di ragioni tecniche e costruttive. La Neri oltre a confermare la collaborazione della bottega nella realizzazione della scultura, specifica come il maestro abbia realizzato la parte superiore, in particolare la testa, lasciando ai collaboratori il modellato del panneggio nella parte inferiore. Una volta posta sulla facciata della cattedrale, nel 1296 o, più probabilmente, nel 1298, la statua era affiancata dalla presenza di due accoliti, due altorilievi, oggi in collezione privata a Firenze, che rappresentano due personaggi, uno a braccia conserte, l'altro che solleva un lembo trinato. Dalle rappresentazioni della facciata che ci hanno tramandato Giambologna (Chiesa di San Marco, Cappella Salviati, Scena con Sant'Antonino) e Poccetti (Alessandro Nani, da Bernardino Poccetti, Disegno della facciata di Santa Maria del Fiore, Firenze Museo dell'Opera di Santa Maria del Fiore), il pontefice e i suoi accoliti, posti di taglio, sono collocati nella nicchia alla destra della Madonna col Bambino. Secondo la ricostruzione della Neri, invece, gli accoliti erano in posizione frontale e tuttavia permangono forti dubbi sull'originaria collocazione del gruppo che, a suo dire, era probabilmente collocato sopra la Madonna e i due santi, Reparata e Zanobi, della lunetta centrale.
Relazione iconografico religiosa
Bonifacio VIII, al secolo Benedetto Caetani (1230-1303) è stato uno dei pontefici più discussi e controversi della chiesa cattolica. La presenza della sua immagine sulla facciata della Cattedrale di Santa Maria del Fiore di Firenze è legata allo stretto rapporto che, alla fine del XIII secolo, si era venuto a creare tra il papa e la chiesa fiorentina. Il pontefice aveva donato 3000 fiorini per l'erigenda cattedrale nel febbraio del 1296 ed aveva realizzato una situazione per cui la curia fiorentina era dominata da uomini a lui legati e fedeli: il vescovo di Firenze Francesco, suo creato, Antonio d'Orso, canonico e arciprete, domestico di Bonifacio e il legato papale Matteo d'Acquasparta, autore del "Sermo de potestate papae" in cui mette in luce l'appoggio teorico al papa poco prima della Bolla Unam Sanctam del 1302. All'epoca in cui Arnolfo lo ritrae, il pontefice ha circa 70 anni, ma viene rappresentato giovane e sereno, quasi imperturbabile. La Neri ha visto in questa precisa disposizione la volontà da parte del pontefice di usare verso la sua persona lo stesso metro di giudizio adottato per la figura di Luigi IX di Francia durante il processo di canonizzazione, condotto nel 1297. Tra l'altro, prima dell'intervento di restauro sull'amitto, reintegrato in gesso, che modifica le proporzioni della statua, l'espressione della figura doveva essere ancora più mite e accostante.