Descrizione
Il dipinto è suddiviso in tre pannelli cuspidati separati da carpenteria modanata, raffigura tre santi: san Zanobi sulla sinistra, san Giovanni Battista al centro a santa Reparata sulla destra riconoscibili per i tradizionali attributi e per le didascalie ai loro piedi.
San Zanobi a causa della tiara vescovile risulta essere più alto degli altri due santi; indossa una cappa rossa ornata da una fascia a fondo oro con motivi geometrici a quadrilobi neri, che lascia intravedere una sottana anch'essa rossa con una decorazione che in proporzioni più grandi richiama quella della cappa. Tiene nella mano sinistra il pastorale e ha il viso e lo sguardo rivolto verso sinistra.
San Giovanni Battista indossa la tradizionale pelle di cammello coperta da un panno appoggiato sulla spalla sinistra; con la mano destra tiene un cartiglio, con la sinistra la croce astile e ha il volto inclinato verso destra dove sta guardando.
Santa Reparata ha i capelli raccolti in un semplice caschetto coperti da un velo trasparente, indossa una veste azzurra con un mantello rosso fermato al collo e tenuto dalla mano destra. Nella mano sinistra tiene uno stelo con cinque gigli bianchi; anche lei come San Giovanni Battista pone lo sguardo alla sua destra.
Notizie storico critiche
Nei vecchi cataloghi dell'Opera del Duomo il dipinto era assegnato genericamente alla scuola Fiorentina e datato nella seconda metà del XIV secolo; Richard Offner in "A critical and historical corpus of Florentine painting. The fourteenth century: Elder contemporaries of Bernardo Daddi" lo attribuì al "Maestro del polittico della cappella Medici" autore di una Madonna col bambino parte centrale di un polittico nella cappella Medici in Santa Croce anticipandone la datazione alla prima metà del XIV sec.
Questo pittore fu chiamato dal Berenson "Maestro di Terenzano" e confuso col "Maestro delle effigi domenicane"; Todini il compilatore della scheda OA 0900153397 ritiene che si tratti in tutti i casi dello stesso artista. Stilisticamente si tratta di un maestro che "[...] dovette formarsi verso la metà degli anni Venti, a contatto con artisti quali il maestro della Santa Cecilia, il Maestro del polittico della Cappella Medici e Pacino di Bonaguida, con il quale stabilisce poi un rapporto di duratura collaborazione nel campo della decorazione miniata". Boskovits Miklòs, Tartuferi Angelo, (a cura di) Dipinti: dal Duecento a Giovanni da Milano, 2003, p.145.
Relazione iconografico religiosa
Su questa tavola sono raffigurati i tre santi più importanti e venerati di Firenze: il primo, san Zanobi, Vescovo di Firenze visse a cavallo tra IV e V sec.; morì verso il 417 e sepolto prima in S. Lorenzo che forse aveva fatto costruire lui stesso, i suoi resti furono traslati nel sec. IX in Santa Reparata (oggi S. Maria in Fiore), le reliquie sono custodite nell'Arca di san Zanobi scolpita da Lorenzo Ghiberti. Solitamente rappresentato oltre che con le insegne e gli abiti vescovili con un giglio, simbolo della città, qui non ha con sé l'emblema fiorentino, ma la didascalia ai suoi piedi lo identifica.
Il secondo, san Giovanni Battista, patrono della città, è accompagnato dai suoi apparati iconografici tradizionali come la pelle di cammello, la croce astile e il cartiglio ed è inserito in un paesaggio roccioso appena accennato che vuole ricordare il deserto nel quale visse come asceta e dove battezzò Gesù Cristo chiamandolo l'"Agnello di Dio che toglie i peccati dal mondo" Vangelo secondo Giovanni 1, 29.
Santa Reparata è la titolare dell'antica cattedrale sul cui sito sorge l'attuale Santa Maria del Fiore; secondo la leggenda, l'edificio fu dedicato alla santa dal vescovo Zanobi quando i fiorentini, dopo averne invocato l'intercessione, riuscirono a respingere l'assedio degli Ostrogoti di Radagaiso dell'8 ottobre del 406, il giorno, appunto della santa. Rappresentata solitamente con la palma dei martiri in questa occasione stringe invece dei gigli, come già detto simbolo di Firenze, affidati a lei invece che a san Zanobi.