Descrizione
La statua, in marmo scolpito, rappresenta un angelo, poggiante su una nuvola, vestito di lunga tunica, stretta alla vita da una cintura, con maniche aderenti. L'angelo ha grandi ali a riposo e il viso ovale cinto da capelli lunghi e mossi. La figura si presenta inclinata in avanti nel gesto di versare da un'ampolla col corpo baccellato, che tiene rovesciata per il piede, con la destra, e per l'ansa, con la sinistra.
Notizie storico critiche
La vasca è stata separata dalla sua base per ragioni di conservazione; il fusto originale si trova ancora all'interno del Duomo. La statua non è cronologicamente congrua alla vasca su cui è collocata. Al centro era in passato una statua diversa, come Becherucci ha ricostruito grazie alla testimonianza visiva di un affresco di Fabrizio Boschi, nel primo chiostro di San Marco, raffigurante Sant'Antonino che scaccia i curiosi dal Duomo. Follini, nel 1790, si accorse che la statua era di sostituzione e con lui concordarono, prima il Cavallucci e il Brenci nel XIX secolo, quindi il Poggi e il Paatz nel successivo. Cecconi, ricorda la sotituzione della statua e il rifacimento del suo piedistallo. Per confronto al San Matteo dell'Opera del Duomo di Siena nel Catalogo del 1969 si propose l'attribuzione a Pietro di Urbano da Cortona, mentre, nello stesso volume, la Becherucci, considerò potesse essere ambito di Bernardo Rossellino.
Relazione iconografico religiosa
Benchè inserita in un contesto al quale non doveva appartenere, la figura dell'angelo assume un significato iconologico chiaro e coerente in relazione al fonte battesimale su cui è posta, un significato imperniato sui suoi attributi iconografici di messaggero celeste porta ampolla, un significato evidentemente ricercato da chi lo ha posto sulla vasca a sostituzione della precedente statua. Per la teologia cristiana l'angelo è intelligenza celeste mediatrice tra il Divino e l'umano; qui il movimento immaginato è che egli abbia attinto l'acqua santa e la stia riversando nella vasca o sul neofita, e sia cioé il tramite della grazia concessa da Dio, che, per mezzo lo Spirito, lava il peccato dei progenitori sul battezzando.