Descrizione
Il pastorale é costituito da stelo esagonale, con doppio tempietto sovrapposto, e riccio traforato da finestrelle, crestato e conchiuso da foglie avvolgenti. Nel riccio è scolpita la figura a tutto tondo della Madonna col Bambino in atto di benedire un vescovo inginocchiato, di fronte alla quale si inginocchia un Vescovo. Lo stelo è diviso in due segmenti ornati di smalti, separati da un nodo sul quale compare la scritta moderna BARTHS. CORSINUS SEN. FLO. RES. A.D.MDCIII. Nel segmento superiore gli smalti raffigurano l’Annunciazione, Santa Reparata (con labaro crociato), Santo Stefano (con una pietra sulla testa), Santa Caterina d’Alessandria, San Lorenzo (con la graticola). Nel segmento inferiore sono raffigurati San Zanobi, San Pietro, San Giovanni Battista, alternati a tre Angeli con stemmi della famiglia Corsini. Si tratta di allusioni ai Santi patroni di Firenze e a quelli di devozione particolare dei Corsini (Pietro e Lorenzo).
Notizie storico critiche
Il pastorale (Becherucci, 1969, II, pp.241-242) fu eseguito probabilmente per la cappella di San Pietro e San Lorenzo del Duomo, di patronato della famiglia Corsini; e Pietro era anche il nome del cardinale di famiglia, defunto nel 1405 ad Avignone, in ottimi rapporti con il governo fiorentino. Il 31 luglio 1441 Bartolomeo del fu Bertoldo Corsini, a nome di Gherardo suo zio, donava alla sagrestia e alla chiesa di Santa Maria del Fiore, di cui era operaio, <<unum pasturale partim argenti et partim argentati, quod fuit reverendissimi in Christo patris et domini domini Amerigi domini Filippi de Corsinis olim archiepiscopi Florentini, cum hac conditione apposita quod non possit operari nisi solum et dumtaxat in servitium dicte sacrestie ac etiam possit operari et accomodari ecclesie S. Johannis Baptiste et alibi seu in aliquo loco non possit quoquo modo aliquater operari vel accomodari>>. Da alcuni documenti inediti forniti dal Poggi sappiamo che il successivo 5 settembre 1441 due operai, Bartolomeo Ridolfi e Francesco Strozzi, consegnarono a Giuliano di Tommaso di Ghuccio e Lorenzo d’Andrea della Stufa, allora sacrestani di Santa Maria del Fiore, un pastorale in ottone dorato, smaltato, con figure in argento e stemmi della famiglia Corsini. L’esatta descrizione permette di identificare l’opera. Il Pastorale appartenne dunque ad Amerigo Corsini, dal 1411 vescovo e dal 1419 arcivescovo di Firenze, scomparso il 18 marzo 1435, ma la data di morte del presule non sembra certa, e nella bibliografia storico-artistica viene per lo più indicata intorno al 1430. Altre notizie, invece, si riferiscono ai restauri subiti dall’opera: già pochi anni dopo la donazione, nel 1449, il manufatto necessitò di un restauro, ad opera di Michelozzo di Bartolomeo, sulla base di un pagamento del 15 gennaio in suo favore; un secondo intervento, più invadente, nel 1603, fatto eseguire dal Senatore Bartolomeo Corsini, come dimostra l'iscrizione sul nodo dello stelo (probabilmente insieme a quello del Reliquiario di due falangi di un dito di San Giovanni Battista, anch’esso dono di famiglia). In questa circostanza fu probabilmente rinnovata l’asta e stesi quei ritocchi a olio che impediscono una buona lettura degli smalti del pastorale. Infatti, su questi restauri persistono molti dubbi poiché, nonostante il loro compimento, il pastorale risulta danneggiato, soprattutto negli smalti, dove la parte vitrea ha varie lacune. La statuetta della Madonna, nel riccio, presenta nel volto accenti classigheggianti che potrebbero far pensare ad un possibile intervento di Michelozzo. Il corpo del Vescovo, come il manto, di lamina dorata sovrapplicata, sembra tutto rifatto: solo la testa sembra originale. L’opera, al di là degli interventi di Michelozzo, è stata attribuita all'ambito degli orafi della cerchia del Ghiberti che lavoravano per i Corsini nella Cappella di San Lorenzo a Santa Maria del Fiore, il cui altare venne eretto nel 1422.
L'opera é stata esposta presso la Galleria degli Uffizi, dal 19 giugno al 4 novembre 2012 in occasione della mostra "Bagliori dorati. Il Gotico Internazionale a Firenze 1375-1440".
Relazione iconografico religiosa
Il pastorale, detto anche baculo pastorale, bastone pastorale e vincastro, è un'insegna propria dei vescovi, abati e abadesse, simbolo della loro autorità ecclesiastica e spirituale. Il bastone, a imitazione di quello usato dai veri pastori, simboleggia chiaramente e visibilmente la funzione di cura della fede e della morale che l'ufficio episcopale ha sopra il popolo cristiano a lui affidata, e rimanda direttamente al Vangelo secondo Giovanni nel quale Cristo si autodefinisce "Buon Pastore".La figurazione protagonista del Pastorale in questione è quella del gruppo che si innesta nel riccio crestato e collegato all’asta tramite una mensola fitoforma: la Madonna col Bambino in atto di benedire un vescovo inginocchiato, cioè lo stesso Amerigo Corsini. Il gruppo rivela una cultura di matrice ghibertiana, sebbene come virata in chiave di più solida pacatezza, specialmente nelle figure della Madonna col Bambino, qualora si pensi al confronto con la formella ghibertiana dell’Adorazione dei Magi nella Porta Nord del Battistero. Nel solenne portamento della Vergine sembra inoltre ravvisare un richiamo al tipo iconografico alla Madonna arnolfiana un tempo sulla facciata della Cattedrale.