Descrizione
Il dipinto è su tavola, inserito entro una cornice in legno modanato, rettangolare, con una cuspide nella parte interna superiore, che divide la superficie in tre sezioni: una nella parte inferiore, cuspidata, ed anche la maggiore, due triangolari negli angoli superiori, più piccole. Nella parte cuspidata, su fondo oro, è raffigurato san Zanobi, ieratico nella posa e nello sguardo, barba e capelli bianchi e vestito in abiti vescovili: piviale dorato con gallone bicromo bianco e nero, fermato da una grande spilla al collo, tonaca bianca, e tiara bianca e dorata. Con la destra tiene un pastorale bianco e dorato, con la sinistra un volume scuro. Ai suoi piedi, a sinistra dell'osservatore, è una devota, di dimensioni più piccole, colta di profilo, ginuflessa, con le mani giunte, e interamente coperta fino alla testa da un mantello scuro. Nei due campi triangolari, in alto, su fondo oro, è l'Annunciazione. A destra, l'arcangelo Gabriele, è rappresentato di profilo, in tunica dorata con riflessi rosei, mantello blu e tonaca bianca, ginuflesso, benedicente con la destra e reggente tre gigli bianchi con la sinistra, ali ampie bianche e nere, capelli biondi raccolti. A destra è Maria, di profilo, con una mano al petto, seduta su un sedile bianco decorato a llosanghe nere, sul quale è poggiato un libro aperto del quale ha interrotto la lettura e nel quale è scritto: "ECCE ANCILLA DOMINI" (Lc, 1, 38). Maria è in veste azzurra bordata d'oro e tonaca rossa; l'ovale del volto è incorniciato da capelli lunghi e raccolti. Davanti a lei è la colomba dello Spirito santo, raggiato a incisione. Tutte le figurazioni sono riquadrate da fregi a punzone molto fini, e così i nimbi.
Notizie storico critiche
La provenienza della tavola è ignota. L'iconografia la fa supporre destinata al Duomo. Si può ipotizzare che fosse d'arredo alla Compagnia di San Zanobi, che fin dal 1281 era incorporata alla canonica di Santa Reparata. Questo spiegherebbe la presenza dell'Annunciazione: si credeva infatti che membri di questa Compagnia fossero stati i Sette Santi fondatori dell'Annunziata. La Brunetti e la Preti hanno proposto per quest'opera un'attribuzione a Jacopo di Cione, motivata da affinità stilistiche tra questa tavola e gli affreschi di Jacopo nel Palazzo Comunale di Volterra. Riproverebbero l'attribuzione alcuni documenti del Duomo che ricordano il pittore al lavoro con Neri di Bicci, tra il 1393 e il 1394, alla Cappella di San Zanobi, prima che gli fosse intitolata la cappella maggiore. La tavola è ricordata fin dal 1886 (Atti, 1897, p. 70, n. 44), tra le opere da destinarsi al Museo in formazione. Con l'attribuzione generica a "Scuola fiorentina" è ricordata nei cataloghi del 1891 e in quello del 1904. Al Gerini la attribuirono il Kaftal e poi il Rossi, con una specifica incerta a Nicolò di Pietro.
Relazione iconografico religiosa
Il doppio soggetto iconografico della pala è riferibile sia a motivi storici che iconologici. La figura di san Zanobi è celebrata quale intercessore e protettore. Essendo posto a unire sulla verticale le figure della devota, in basso a sinistra, e dell'Annunciazione in alto, è manifestato all'orante la funzione d'intercessione del santo, tra i devoti e la divinità (la Vergine Maria e Dio). Inoltre, per essere stato rappresentato con gli abiti arcivescovili è evidentemente raffigurato a ricordare il suo ruolo di protettore durante la sua vicenda terrena. La sua posa ieratica, la sua forma lapidea e la sua espressione sicura e severa serve forse a celebrarlo quale pilastro a sostegno della chiesa fiorentina e baluardo storico a difesa della fede e della città di Firenze.