Descrizione
La Porta Sud è in bronzo parzialmente dorato. Lo schema generale della Porta del Pisano vede ventotto rilievi istoriati, organizzati entro altrettante cornici quadrilobate, ordinati in sette registri e quindi incolonnati in quattro serie verticali, da leggersi da sinistra verso destra, dall’alto verso il basso, un’anta alla volta a partire dalla sinistra.
Notizie storico critiche
Nel 1322 l'Arte di Calimala, committente della porta, decise di ricoprirein bronzo la preesistente porta lignea, ma in seguito nel 1329 si preferì farla completamente nuova e s'inviò l'orafo Piero di Jacopo a Pisa per prendere il disegno della porta del Duomo di Bonanno ed a Venezia per cercare un fonditore. L'intelaiatura dei battenti fu infatti fusa a parte e la critica è d'accordo nel ritenerla opera del maestro veneziano Leonardo Avanzi e dei suoi collaboratori. I precedenti iconografici più vicini ai quali Andrea Pisano si è ispirato sono il ciclo musivo all'interno del Battistero con le "Storie del Battista" e il ciclo giottesco della cappella Peruzzi a Santa Croce. Si tratta dell'unica opera firmata di Andrea, che qui dimostra una conoscenza dei moduli giotteschi, del gotico francese e dell'arte classica, elementi questi che la critica ha cercato di spiegare in vario modo. La data incisa sulla porta è il 1330, che si riferisce però all'anno in cui questa fu iniziata. Essa fu terminata solo nel 1336 per un difetto nella fusione che ne rallentò l'esecuzione e fu messa in opera in occasione della festa di San Giovanni. Il suo restauro, avviato nel 2015 si concluderà nel 2019 ed essa troverà quindi il suo posto nel Museo, nella “Sala del Paradiso”, a sinistra della omonima celebre Porta d’oro, in quella grande vetrina nella quale, nel frattempo, è stata sostituita per alcuni anni da una sua riproduzione fotografica a dimensioni naturali, mentre in Battistero una replica perfetta ne ricorda la collocazione originaria
Relazione iconografico religiosa
I venti rilievi superiori che la ornano raccontano altrettanti episodi della vita di san Giovanni Battista, protettore di Firenze e titolare del Tempio, secondo un ordine iconografico che vede nell’anta sinistra gli episodi inerenti la predicazione e la vita pubblica del santo, e in quella di destra i momenti relativi al suo martirio e i fatti successivi alla sua morte, come narrati dai Vangeli e dalla Legenda Aurea di Jacopo da Varagine (1298), e forse su ispirazione degli affreschi giotteschi di Santa Croce di medesimo soggetto; nei due registri inferiori si aggiungono poi otto pannelli con le figure emblematiche delle Virtù teologiche e cardinali, anch’esse in parte debitrici nell’invenzione a quelle dipinte da Giotto agli Scrovegni