Descrizione
La grande lunetta raffigura Cristo in trono tra Maria, san Giovanni Battista e santi fiorentini: al centro il Cristo con il globo terracqueo sta in trono al centro di una nicchia i cui stipiti riprendono le decorazioni a intarsio dell'antica cattedrale. Al fondo della gradinata, ai suoi piedi, è un tappeto terminante sul primo piano dov'è un vaso biansato d'oro con gigli bianchi. Intorno, si dispongono adoranti: a sinistra la Madonna, a destra il Battista. Dietro il battista si riconoscono un santo vescovo sbarbato, forse il Corsini, quindi una santa in abiti monacali, probabilmente suor Domenica del Paradiso, e una figura di anziana con turbante, sant'Anna. Alle spalle della Vergine si scorgono una santa da identificarsi forse con Maria Maddalena de' Pazzi, quindi una seconda, velata, forse Reparata, cui segue un santo diacono con palma del martirio: Lorenzo o Stefano protomartire
Notizie storico critiche
La grande lunetta è stata dipinta a olio su tela da Niccolò Barabino nel 1883, come cartone preparatorio al mosaico, che sovrasta il portale centrale del Duomo. Dopo un periodo nei depositi della Sovrintendenza di San Salvi nel 2015 è stata sottoposta a restauro e quindi ora esposta al termine della prima rampa dello Scalone Nuovo del nuovo Museo
Relazione iconografico religiosa
L’attuale facciata del Duomo, costruita tra il 1875 e il 1887 su progetto di Emilio De Fabris, ha un programma iconografico elaborato dal filosofo Augusto Conti che esalta Maria e, per suo tramite, la Chiesa, come guide della civiltà cristiana e ispiratrici delle più alte espressioni dell’umanità. A Maria - Chiesa infatti rendono omaggio non solo i santi ma anche i grandi letterati, gli scienziati, gli artisti e i musicisti dell’Occidente cristiano, raffigurati nelle numerose statue della facciata. I mosaici sopra le tre porte furono realizzati dalla Società Musiva di Venezia nel 1888, seguendo i cartoni del genovese Niccolò Barabino. In questo, Maria con San Giovanni Battista e alcuni santi fiorentini (si riconoscono i vescovi Zanobi e Antonino, Maria Maddalena de’ Pazzi e altri) intercedono presso Cristo seduto in trono. È lui la “Grazia” per antonomasia di cui Maria è madre, come recita l’iscrizione “Mater divinae Gratiae”.