Definizione

Pianeta

Denominazione/dedicazione

Pianeta dal Parato di Santa Reparata

Soggetti

• Pianeta dal Parato di Santa Reparata

Secolo

XVII

Da

1640

A

1650

Motivazione cronologica

Analisi stilistica

Denominazione

Museo dell'Opera del Duomo di Firenze

Complesso monumentale di appartenenza

Complesso monumentale d Santa Maria del Fiore

Luogo

24_Sala del coro bandinelliano

Stadio opera

Opera finale

Tipo di identificativo

Catalogo generale

Inventario 2005 dell'Opera

330

Bibliografia

• Marle R. van
• The Florentine school of the 14th century, in The Development of the Italian School of Painting
• 1924
• Cat. n. 40, pp. 74-75

Descrizione

Pianeta in gros de Tour liserè di seta broccato, a fondo laminato. Nello stolone e nel cappuccio è una decorazione operata a punto pittura applicata su fondo rosso con ornato floreale di gigli, narcisi, iris e altre varietà multicolore ordinati sulla verticale entro racemi e volute vegetali oro. Croce e colonna e il perimetro sono gallonati oro. La fodera è in seta rossa

Notizie storico critiche

In occasione del restauro sono stati formulati dei confronti stilistici per aiutare la datazione del parato, in particolare con una pianeta blu di manifattura milanese, ora a Trento, San Vigilio, e una seconda, simile, a Modena, nella Collezione Gandini: entrami databili alla prima metà del XVII secolo. La pianeta fa parte di un parato di cui si possiedono 4 pezzi: la presente pianeta, un piviale e due dalmatiche

Relazione iconografico religiosa

Il colore liturgico rosso è simbolico della Passione di Cristo e del sangue martiri, nonché della Carità che ha loro condotto al sacrificio. QUesto è utilizzato la domenica delle Palme, il Venerdì santo, a Pentecoste, negli uffici legati alla Passione del Signore, nelle feste degli Apostoli, degli evangelisti e dei santi Martiri.  Il parato era utilizzato per la festa di Santa Reparata martire (l'8 ottobre), da cui prende il nome.

Materiali

Tessuto di seta/ filati metallici

Tecnica

Tessitura/ ricamo

Misure

• Altezza: 115 cm; Larghezza: 74 cm;

Restauro

• Data: Marzo 2014 - Luglio 2015
• Situazione: Tutti e tre i paramenti come già descritto sono interessati da notevoli interventi di restauro eseguiti con lo scopo di ricostruire le parti di tessuto mancanti, realizzati spesso con filati grossolani. Queste ricostruzioni e più in generale tutti questi interventi, pur non seguendo un preciso criterio esecutivo, sono diventati parti integranti della materia sia a livello conservativo che estetico. Dopo un attento esame a cui sono seguiti dibattiti con i vari funzionari nell'eventualità o meno di rimuovere i vecchi restauri, è stato presa all'unanimità la decisione di non rimuoverli. È stato preferito la non rimozione per due motivi: conservativo e storico. Conservativo: in quanto le grandi quantità di rammendi, che ricopre circa il 30%-40% della superficie, non conservativa di procedere con una rimozione selettiva che avrebbe creato una disomogeneità a le parti (restaurate e non), e la loro rimozione avrebbe provocato una perdita impoverendo il tessuto originale. Inoltre gli infittimenti dei punti di rammendo hanno fermato l'avanzare del degrado "consolidando" a livello strutturale i parati. Storico in quanto questi interventi testimoniano la metodologia tecnica usata a metà Novecento dalla ditta Viesi, la criticità. Anche per quanto riguarda le treccine cucite alla dalmatica e al piviale è stato deciso di mantenerle poichè una loro rimozione avrebbe potuto determinare la persistenza dei fori e uno stress meccanico eccessivo a carico dei vari tessuti provocato dalla capillare asportazione dei filati. Mantenere i vecchi restauri ha orientato l' intervento sui parati verso una manutenzione approfondita. Inizialmente è stata eseguita la campagna fotografica e grafica delle opere e poi sono state raccolte tutte le informazioni utili a comprendere in maniera approfondita lo stato di conservazione di ogni singolo parato. Successivamente è stato impostato l' intervento di pulitura, ma prima di eseguirlo sono state fatte delle prove preliminari per capire quanti passaggi fossero necessari per rimuovere lo sporco superficiale. Già dall' analisi tattile la percezione della materia per tutti e tre i paramenti è stata quella di una superficie morbida quindi caratterizzata da un esiguo deposito di sporco superficiale. La percezione è stata confermata dai risultati delle prove, infatti è stato sufficiente procedere con un solo passaggio lungo la direzione della trama e dell' ordito, sia per il tessuto operato che per la fodera. Per quanto riguarda le zone ricamate dello stolone del piviale e della pianeta, la pulitura è stata eseguita utilizzando ugelli di differente diametro così da poter intervenire in maniera capillare sulla tridimensionalità dei vari decori, su queste zone non è stato messo il tulle a protezione delle aree in quanto si agganciava con diversi i filati metallici. Per quanto riguarda invece la parte del tessuto operato, l'intervento è stato eseguito con un ugello dalla punta larga e ponendo un tulle a protezione durante il trattamento. Una volta completata la pulitura fisica, la fase successiva, non dovendo smontare nessun tipo di rammendo è stata quella del consolidamento di ogni pezzo. I principali danneggiamenti presenti sui tre paramenti erano dei piccoli sollevamenti dei filati metallici che caratterizzano i galloni dorati presenti in corrispondenza del collo. Questi, sono stati fermati puntualmente con un fermatura a tela e con organino di seta di colore giallo. Un'altra tipologia di degrado riscontrata solo sulla dalmatica è il sollevamento di alcuni filati metallici che caratterizzano una foglia ricamata nella parte pettorale; che sono stati fermati con organzino di seta tinto di giallo seguendo la tecnica originale. L'intervento di restauro della dalmatica si è concluso con la ricostruzione di quattro nastri mancanti. In commercio difficilmente si reperiscono nastri in seta e con nuance che si avvicinano alle tonalità dei manufatti antichi; sovente si trovano materiali di natura artificiale (il rayon) o sintetica (il poliestere), questi pur essendo caratterizzate da una buona resistenza meccanica hanno una lucidità superficiale che spesso stona con i materiali antichi e soprattutto con la seta. Sulla base di queste valutazioni, in accordo con la D .L. sono stati realizzati dei nuovi nastri. I nastri sono costituiti da un'anima in taffetas rosso e poi rivestiti da un tessuto di organza di seta rossa. L'uso di due tessuti sovrapposti è stato fatto con l'intento di avere alla fine una superficie "vibrante" e non piatta, così da accordarsi cromaticamente a quella antica. Tecnicamente, l'organza di seta è stata awolta al nastro in taff etas e in corrispondenza della zona di giunzione il tutto è stato fermato a cucito con un piccolo punto filza, con organzino di seta, lo stesso principio è stato applicato per rifinire le due estremità del nastro. Per quanto riguarda il piviale a parte il sollevamento dei filati metallici del gallone che rifinisce la parte del collo, non sono stati rilevati altri tipi di degrado. Per quanto riguarda la pianeta, è stato rimosso il merletto applicato in corrispondenza del collo, questo è stato pulito per microaspirazione controllata, poi è stata effettuata una pulitura ad umido per immersione in acqua e tensioattivo, e dopo l'asciugatura è stato posizionato su un pannello espositivoche raccoglie gli altri merletti dei parati in restauro di questo lotto. Anche il gallone del collo della pianeta e gli altri galloni sono stati consolidati con la stessa fermatura adottata per il piviale e la dalmatica owero un punto tela allargato con una scansione variabile a seconda delle zone. Il filato adoperato é stato l'organzino di seta. E' stato inoltre é stato eseguito un intervento sulla grossa "borsa" presente nella zona inferiore della croce. L'analisi visiva della zona ha fatto emergere delle impercettibili ma iniziali micro - lacerazioni a carico del tessuto laddove era presente la deformazione, richiedendo un urgente intervento di recupero. Il trattamento é consistito in una prima fase di smontaggio della fodera e del gallone orizzontale della zona inferiore, seguito poi dalla rimozione dei punti cucitura eseguiti a macchina, che costringeva in maniera forzata il tessuto provocandone la deformazione. Per attenuare questo danneggiamento, la zona é stata umidificata con un pennello bagnato con acqua demineralizzata e poi é stato impartito del leggero ma graduale calore con il termocauterio sulla zona umida, interponendo un tessuto decatissato. Questo tipo di intervento ha permesso di ripristinare la giusta ortogonalità del tessuto ed eliminare la deformazione strutturale presente non solo sulla zona inferiore della croce ma anche nelle zone limitrofe. Ultimato l'intervento la fodera é stata posizionata in maniera corretta ed é stata fermata all'originale con organzino di seta tinto di una nuance simile all'originale eseguendo il tutto a punto filza. La fase finale dell'intervento ha previsto l'applicazione a cucito delle fettucce di cotone riportanti con pennarello indelebile i numeri di inventario. Per quanto riguarda la dalmatica e la pianeta sono stati cuciti alla fodera che riveste la parte anteriore del parato, invece per il piviale é stato cucito alla fodera del capino. 
• Ente responsabile: Opera di Santa Maria del Fiore
• Nome operatore: Simona Morales
• Ente finanziatore: Opera di Santa Maria del Fiore

Mostra

• Titolo mostra: The flowering of Florence: botanical art for the Medici
• Luogo mostra: National Gallery of Art, Washington
• Data inizio mostra: 03/03/2002
• Data fine mostra: 27/05/2007
• Ente organizzatore: National Gallery of Art, Washington