Definizione

Pianeta

Denominazione/dedicazione

Pianeta dal Parato di Santa Lucia

Soggetti

• Pianeta Santa Lucia

Secolo

fine sec. XVIII

Da

1790

A

1799

Motivazione cronologica

Analisi stilistica

Denominazione

Museo dell'Opera del Duomo di Firenze

Complesso monumentale di appartenenza

Complesso monumentale di Santa Maria del Fiore

Luogo

20_Sala dei paramenti

Stadio opera

Opera finale

Tipo di identificativo

Catalogo generale

Inventario 2005 dell'Opera

507

Descrizione

La pianeta è confezionata con un tessuto in damasco rosso cremisi operato con disegni ad andamento verticale e decorazione di fiori stilizzati, nel damasco di fondo, l’opera è ottenuta con filati metallici d’argento e dorati; ha un gallone con filato vegetale giallo in trama e in ordito filati di seta gialla, filati metallici e lamina.  La croce e la colonna sono in damasco rosa con ornato a motivi floreali di rose con corllla in filo d'oro. Le parti laterali sono in damasco di filo rosso, con ornato a pattern a bande verticali a arabeschi vegetali foglia, cui si sovrappongono decorazioni in oro a nastro e a steli fogliati. Il gallone, giallo oro, è di due spessori: uno minore che cinge il perimetro, e uno maggiore che cinge croce e colonna. La fodera è giallo oro

Notizie storico critiche

La pianeta è parte di un parato composto dalla presente pianeta, una stola e un manipolo

Relazione iconografico religiosa

Il colore liturgico rosso è simbolico della Passione di Cristo e del sangue martiri, nonché della Carità che ha loro condotto al sacrificio. QUesto è utilizzato la domenica delle Palme, il Venerdì santo, a Pentecoste, negli uffici legati alla Passione del Signore, nelle feste degli Apostoli, degli evangelisti e dei santi Martiri.

Materiali

Metallo/ argento/ oro/ tessuto di taffetà giallo/ tessuto di seta rosso/ tessuto di seta arancio/ tessuto di seta oro/ tesssuto di seta rosa

Tecnica

Tessitura/ filatura/ doratura/ ricamo

Misure

• Altezza: 118 cm; Larghezza: 71,5 cm;

Restauro

• Data: Settembre 2014 - Ottobre 2015
• Situazione: Pulitura ad aria: preliminarmente sono stati eseguiti test di pulitura nella parte superiore della pianeta sul tessuto operato e su quello della fodera; la pianeta non presentava accumulo di polvere, si è comunque proceduto all’aspirazione per evitare anche minimi residui nascosti nelle pieghe e nello spessore del tessuto, proteggendo il tessile con una rete di tulle. È stata eseguita una pulitura ad aria macro e micro con aspiratore e con microaspiratore utilizzando bocchette di cinque e tre millimetri, che hanno agito in modo puntuale sui ricami. Le parti metalliche sono state aspirate con l’aiuto di un pennellino morbido. Per eseguire i Test di pulitura sono state eseguite le seguenti fasi: - Disposizione del tulle pesante sintetico sulla pianeta- Taglio dei quadrati di cotone bianco cm10xcm10 da porre sulla bocca tonda del macro-aspiratore.- Individuare due zone per la prova di pulitura fodera superiore, teletta davanti superiore.- Porre il quadrante in cartone nelle due zone.- Pulitura ad aria con macroaspiratore nel senso dell’ordito e della trama.- Il ritaglio di tessuto è stato ripiegato e archiviato tra i campioni Materiale utilizzato: tessuto cotone, cartoncino con finestra, tulle. Tintura, preparazione, sagomatura e posizionamento del tessuto di supporto: Il tessuto in organza, utilizzato come supporto localizzato delle zone danneggiate, è stato tinto con coloranti Lanasyn della Sandoz con tre prove utili per la scelta migliore. I coloranti e la metodologia di tintura sono stati studiati dall’Opificio delle Pietre Dure e sono utilizzati seguendo i grafici del processo tintorio consolidato in molti anni di lavoro. I supporti locali sono sagomati sulla lacuna o mancanza eccedendo con un margine di almeno un centimetro su ogni lato. Dove vi sono più lacune vicine, l’intera zona è stata supportata con unico supporto, che è stato inserito al di sotto attraverso le slegature di trama o, a volte, attraverso scuciture del gallone, ripristinate successivamente.  Sui supporti locali vengono eseguite, in corrispondenza delle mancanze di trama, due filze a croce con un filato di seta bianco per individuarne la posizione esatta quando viene inserito al di sotto. Il posizionamento  si esegue facendo riferimento al diritto filo in ordito e in trama e si fanno filze definitive con la preliminare fermatura dei margini. Restauro: le zone con slegatura della trama nel tessuto di seta operato erano prevalentemente collocate nelle spalle e sul davanti della pianeta, molte, di dimensioni inferiori, si trovano anche sul dietro. Il tessuto di damasco nelle sue slegature di trama è stato restaurato con l’inserimento di supporti locali in organza, come descritto sopra. Il filato di fermatura è un filato in organza ad un capo tinto nello stesso bagno di tintura del tessuto di supporto. Dopo la cucitura del tessuto di supporto con “punti filza” perimetrali e dove necessario anche in altri punti della superficie indebolita, le trame slegate sono state fermate, con “punto posato”. Questo tipo di punto non si adatta a tutte le superfici ma qui risulta invisibile, grazie anche alla tipologia del filato utilizzato e alla tintura scelta. La fermatura a punto posato permette di fermare le trame con punti lanciati nel senso dell’ordito. Il filato di organzino viene lanciato parallelo agli orditi, la distanza tra questi fili lanciati è di cm 0,5 ed ognuno viene fermato con piccoli punti a ponte ogni 0,3 cm. È stato eseguito il riposizionamento e consolidamento di alcune scuciture della fodera con particolare attenzione al lato orizzontale inferiore del davanti e del dietro dove, insieme al alcune zone da restaurare, vi era anche la necessità di modificare la caduta del tessuto operato e della fodera. Dietro è stato necessario lasciare separati i due tessuti, per facilitare la caduta del tessile. Un lungo restauro è stato condotto principalmente nei galloni originali, principalmente in quello del collo che era completamente slegato e mancante nel lato interno e con lamina parzialmente mancante su tutto il gallone. Le lacune con mancanza di trama e ordito si estendevano dai 2 a circa 40, in alcuni casi era completamente slegata l’ordito per la mancanza della trama. Dal vivagno le slegature giungevano fino a circa cm 2 dove era necessaria la complessa nuova tessitura del disegno a rombo. Solitamente la tessitura lungo i bordi del gallone era facilmente ricostruibile, ha un’armatura a tela; la trama in lino intreccia i filati d’ordito in seta alternativamente; nei filati metallici la trama si intreccia allo stesso modo ma con una scansione più rada. Questo intreccio facilmente ripetibile, dopo un iniziale approfondimento della tecnica, va operato con cura e attenzione, dopo il riposizionamento dei filati slegati con filato provvisorio di cotone. Si opera come negli arazzi con la tecnica della trama allargata. Il tipo di tessitura e di filato del gallone originale permette l’inserimento dei filati mancanti, è stato perciò possibile ripristinare il gallone nelle sue originario intreccio facendo scelte idonee sui filati da integrare in modo da poter recuperare un buon aspetto estetico ma soprattutto stabilità, con il minimo intervento. L integrazione dei filati di trama è eseguita soltanto sulla passata di andata e di ritorno senza eseguire serpentine di filato, il filato è a volte cotone mercerizzato ed altre un filato di trama di un gallone antico molto simile a quello in restauro. Questo intervento è facilmente reversibile sfilando lungo il vivagno l’ansa della trama. Gli orditi sono stati aggiunti, in seta tranne quello più esterno in cotone mercerizzato; per terminare e far prendere corpo al gallone sono stati inseriti i filati metallici e la lamina del gallone antico di riuso. Le passate inserite in questo restauro hanno previsto, all’insegna del minimo intervento, un numero di passate di restauro tali per poter avere un consolidamento e un l’aspetto estetico ottimali, ma il tipo di intervento può prevedere anche un eventuale successivo inserimento di trame tra quelle restaurate per aumentarne la riduzione. La fermatura delle trame nuove sull'originale si estende per almeno un centimetro. La fermatura alla pianeta lungo il margine è poi stata valutata punto per punto in modo che permettesse un equilibrato ancoraggio esclusivamente sui punti di filato del restauro. Etichettatura: le etichette sono state ottenute da un nastro in tralice color neutro, dopo un ammollo in acqua, il numero d’inventario è stato scritto con pennarello indelebile scrivendo il numero romano seguito dalla lettera minuscola e poi tra parentesi tonda la lettera maiuscola tra parentesi tonda, il nastro è stato poi stirato, per fissare il colore. L’etichetta è stata cucita nella parte davanti sulla fodera a circa 10 centimetri dal fondo.
• Ente responsabile: Opera di Santa Maria del Fiore
• Nome operatore: Concita Vadalà
• Ente finanziatore: Opera di Santa Maria del Fiore