Descrizione
Il monumento funebre è composto di due elementi marmorei: una targa rettangolare con l’epitaffio e, al di sopra, il busto ritratto di Filippo Brunelleschi entro un clipeo.
La targa è inclusa in una cornice modanata con foglie d’acanto e al suo interno l’iscrizione è a tutto campo, in capitali latine incise e campite in nero. Nel medaglione, su un fondo dipinto di scuro, è il ritratto del defunto, in alto rilievo, colto frontalmente dalle anche in su. Indossa abiti del suo tempo, una veste con cintura e un mantello con cappa, di cui tiene due lembi sotto la vita e su una spalla con entrambe le mani. I tratti fisionomici del volto sono estremamente caratterizzati, evidentemente desunti dalla maschera funebre e dalla memoria diretta dell’autore: riconosciamo un uomo anziano, con un giro di capelli intorno alla testa calva, il fronte e il mento sfuggenti, le labbra sottili e il naso gibbuto, occhi grandi sotto le arcate aggrottate. Lo sguardo, vivace, appare concentrato a guardare verso un punto lontano, l'espressione è fiera e serena.
La cornice del tondo è finemente lavorata con motivi a dentelli, greche e foglie d’acanto e con una ghirlanda di alloro cinta da un nastro in alto rilievo.
Notizie storico critiche
Alla sua morte il 15 aprile 1446 Filippo di Ser Brunellesco ricevette l’onore in qualità di capomastro dell’Opera ed autore della Cupola nonché di progettista della Lanterna, di essere sepolto in Cattedrale. La sepoltura originaria, ornata da una lastra con epigrafe, fu rinvenuta nel 1972 in occasione degli scavi archeologici dell'antica Basilica di santa Reparata, in corrispondenza del centro della prima campata della navata minore di sinistra, a circa quaranta centimetri al di sotto della prima pavimentazione in cotto della cattedrale. Il 18 febbraio del 1447 l’Opera di Santa Maria del Fiore, decretò che fosse realizzato il monumento funebre a parete. Il 27 dello stesso mese Andrea di Lazzaro Cavalcanti, detto il Buggiano, fu incaricato di realizzare il monumento, ovvero “la testa, il busto, l’epigrafe e ogni ornamento necessario”, in marmo. Il Buggiano, figlio adottivo e discepolo di Brunelleschi, secondo alcuni studiosi fu anche l’autore della maschera funebre di Brunelleschi (ora al Museo), con cui potè aiutare la memoria nel raffigurare i tratti fisionomici del suo ritratto post-mortem. Il 19 maggio fu approvato l’epitaffio composto dal cancelliere Carlo Marsuppini. Il monumento si trovava in origine al centro della parete della campata e fu probabilmente traslato in occasione della costruzione dell’edicola dell’Ammannati nel 1589.
Relazione iconografico religiosa
L’intenzione di dedicare un monumento funebre a un illustre capomastro dell’Opera di Santa Maria del Fiore era in continuità con la presenza in Duomo delle sepolture di Giotto e di Andrea Pisano (perduta). Innovativa è l’ invenzione compositiva, con la targa con l’epitaffio e il busto ritratto entro un clipeo, di ispirazione brunelleschiana nella sua chiarezza, eleganza e purezza geometrica, che richiama l’arte della Roma repubblicana. A questo monumento si ispireranno quelli del 1490 di Benedetto da Maiano per Antonio Squarcialupi e Giotto e, nell’Ottocento, quelli per Emilio de Fabris e Arnolfo di Cambio.