Descrizione
Il calice è in rame e argento dorato, con ornamenti a sbalzo, a cesello e nielli. Il piede è esalobato, alzato su cornice a gradini, e presenta su ogni faccia decorazioni incise con vasi e volute fitomorfe, alternati a medaglioni con: Stemma del cardinal Giulio de' Medici, Cristo in Pietà e Madonna col Bambino. Dal piede si estroflette il busto, a sezione esagonale, interrotto al centro da un grande nodo a sfera schiacciata, recante una fascia lungo il diametro maggiore, con iscrizione, compresa tra due corolle fogliate. La sottocoppa è polilobata, incisa con decorazioni astratte e vegetali. La coppa è piuttosto slanciata.
Notizie storico critiche
Il calice è appena accennato nella mostra del 1933, mentre l'anno successivo il Rossi riconobbe lo stemma nel piede come del cardinal Giulio de' Medici, il che permise di stabilire l'arco cronologico per la realizzazione. Le stesse informazioni furono riprese dal Paatz prima e poi nel catalogo del 1964. In quello del 1969 la Becherucci propose prudentemente di attribuirlo all'ambito di Andrea di Salvi, e riconobbe nelle figurazioni la maniera attardata di Filippino.
Relazione iconografico religiosa
Il calice, per sua stessa funzione di celebrazione eucaristica, cui rimanda anche l'iscrizione centrale (Lc 22, 19) reca la figura di Cristo in Pietà tra i simboli della Passione. In relazione a questa la Madonna col Bambino, su un altro medaglione, vuol onorare Maria come corredentrice del creato, per aver accettato di offrire il figlio alla croce. Lo stemma rientra in questo pensiero sul sacrificio cristiano, e particolarmente sull vino fatto sangue che il calice deve contenere, nell'elemento del cappello cardinalizio, che è rosso, a memoria, per il cardinale, qui Giulio Medici, futuro Papa Calemente VII, di dover essere pronto a versare il proprio sangue per testimoniare e difendere la fede cristiana e la Chiesa di Roma.