Descrizione
La scultura lignea, a tutto tondo, raffigura una donna in piedi, con le mani giunte in preghiera; un moto appena percettibile della gamba destra suggerisce che stia avanzando lentamente in adorazione verso qualcuno, come confermano le mani giunte in preghiera. Lo sguardo è assorto e rapito verso la sua sinistra, e la bocca è aperta, come sospesa. L'aspetto generale della donna è smagrito e macilento, addirittura prosciugato; lunghi capelli disordinati le scendono dal capo giù sul corpo, confondendosi in ciocche ondulate con una rude veste di pelli animali che la ricopre sino alle ginocchia, esaltate dalle tracce dell'originaria doratura.
Notizie storico critiche
I documenti dell'Opera non chiariscono la vicende della nascita di questo capolavoro. La prima menzione, indiretta, è fornita da un ricordo del 30 ottobre 1500, quando la statua venne riportata nel Battistero dopo esser stata qualche tempo presso l'Opera, forse per esser dotata di un'aureola dorata (un «diadema») da parte dell'orafo Jacopo Sogliani. Tutte le fonti antiche ricordano con lode la Maddalena del Battistero, e il Vasari ci informa che si trovava sul lato sud-ovest dell'ottangolo, a lato della scarsella dell'altare e in corrispondenza della tomba donatellesca di Giovanni XXIII Coscia. Da quella posizione l'opera fu tolta nel 1688, per lasciar luogo al nuovo fonte battesimale; quindi, nel 1735, fu posizionata sul lato sud-est dell'edificio; nel 1921 fu ricollocata nella posizione originaria ma nel 1966, travolta dall'alluvione, fu rimossa per i lavori di restauro ed infine trasferita nel Museo dell'Opera del Duomo.
Tale restauro, rimuovendo la coloritura uniforme che velava la superficie, ha riportato alla luce la policromia e la doratura originali, rivelando appieno la potenza espressiva dell'idea donatellesca. Se infatti, da tempo, gli studiosi avevano sottolineato l'apice di intensità drammatica che la Maddalena raggiunge già con la sola condotta frastagliata e sofferta dell'intaglio, i risultati del restauro hanno evidenziato le scelte cromatiche di Donatello (incarnati combusti e come bruciati dal sole; oro sui capelli: non già ad imitare un naturalistico color biondo, inconciliabile con l'età avanzata della donna, ma una dimensione spirituale raggiunta) e soprattutto il suo procedimento artistico. Infatti si è scoperto che in alcune zone, sopra l'intaglio vigoroso, Donatello ha modificato il già fatto con inserti di stoppa, gesso e altri materiali, sortendo un effetto irto e magmatico.
Relazione iconografico religiosa
La scultura raffigura Maria detta Maddalena dalla città di origine, Màgdala: liberata da Gesù da sette demòni, ella aveva cominciato a seguirlo assieme ad altre pie donne e ai Dodici (Luca 8, 2-3), ed ebbe il privilegio d'essere la prima testimone della Risurrezione, incontrando Gesù vicino al sepolcro vuoto nella mattina di Pasqua (Giovanni, 20, 1-18).
A partire dall'alto Medioevo – e, per la chiesa latina, con l'avallo di Gregorio Magno – si cominciarono a fondere nella figura di Maria di Màgdala le donne peccatrici ricordate dai vangeli, ovvero quella che lavò i piedi di Cristo con le lacrime (Luca, 7, 36-50) e l'adultera condannata alla lapidazione ma salvata dalla misericordia di Gesù (Giovanni, 8, 3-11); e fu identificata anche in Maria di Betania, sorella di Marta e Lazzaro (cfr. Luca, 10, 38-42; Giovanni, 11, 1-45; 12, 1-8). Nei secoli seguenti la tradizione cristiana arricchì ulteriormente la figura e la storia della Maddalena, con la credenza che in gioventù fosse stata una prostituta e che, dopo esser stata convertita da Cristo ed averlo seguito nella sua vicenda terrena, si fosse infine ritirata in luoghi solitari, vivendo in digiuno e in preghiera.
Nelle immagini che la raffigurano prima della conversione e durante la vita di Gesù, Maddalena è caratterizzata pertanto da bellezza fisica e, solitamente, da lunghi e curati capelli (ad alludere alle arti della seduzione, in cui era stata maestra in gioventù); nelle immagini che la raffigurano nel ritiro solitario, invece, a volte mantiene una certa avvenenza ed altre il suo corpo appare consunto, come avvizzito, a sottolineare il rifiuto dei piaceri fugaci e della vanità che aveva cercato nella carne. I capelli, dapprima ornamento che esaltava il suo bel corpo e destava la concupiscenza degli uomini, divengono ora una sorta di veste irta e folta che lo nasconde agli sguardi altrui.
Per questi attributi di penitenza e di conversione – metànoia, cambiamento di condotta – che le son propri, la Maddalena ben si collega al significato del Battesimo: «quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo», abbandanando l'«uomo vecchio» che corre dietro le «passioni ingannatrici» e indossando l'«uomo nuovo» (cfr. Paolo, ai Galati, 3, 27; agli Efesini, 4, 22; ai Romani, 13, 14). Con ogni probabilità, infatti, la scultura di Donatello era stata eseguita appositamente per esser collocata nel Battistero, non lontana dal fonte battesimale, a ricordare proprio tale cambiamento spirituale che si attua nella grazia del sacramento e che va quotidianamente rinnovato nell'adesione piena a Cristo Risorto, vittorioso sul peccato e sulla morte.
Inoltre, com'è stato osservato (Barnes-Oliver 1999), se immaginata nella probabile posizione originaria sul lato sud-ovest dell'ottangolo, la Maddalena avrebbe indirizzato il proprio volgersi alla propria sinistra verso il presbiterio e la mensa dell'altare. Il suo sguardo sospeso, allora, avrà avuto un'ulteriore valenza, stavolta eucaristica: quasi a ricordare quella stessa tensione e ricerca accorata del corpo fisico di Cristo mostrata la mattina di Pasqua, quando non lo trovò nel sepolcro (cfr. Giovanni 20, 11-15), e che ora si trasforma in desiderio di accoglierne il corpo eucaristico. Anche la posizione delle sue mani, infatti, rammenta la disposizione con cui da secoli ci si accosta alla Comunione, e come peraltro è testimoniata nell'episodio della Comunione della Maddalena in una tavola duecentesca dedicata alla Santa, oggi presso la Galleria dell'Accademia di Firenze.