Descrizione
Il crocifisso è in legno scolpito e dipinto. Di dimensioni pressoché al naturale vede una lavorazione della plastica sintetica e tagliente, ma al tempo stesso potente nei volumi e negli effetti naturalistici. Le braccia, un tempo ruotabili intorno alla spalla, lo potevano mutare da crocifisso a deposto. Il Cristo è figurato molto magro, con la carnagione scura e un perizoma bianco, fermato da due nodi ai fianchi e molto drappeggiato, che ne copre il bacino; la testa, reclinata sulla spalla destra, è individuata da un volto sofferte, con occhi socchiusi rivolti verso l'alto, e la bocca appena aperta; essa è incorniciata dalla barba riccia e castana; castani sono anche i capelli che la coronano, lunghi, appena mossi. Il sangue scorre abbondante dalla testa, dal costato e fluentemente dai piedi e dalle mani, lungo gli arti definiti dall'espressiva tensione dei tendini.
Notizie storico critiche
L'opera si trovava in Battistero, come si ricava da una notizia del 1333 dove si ordina la costruzine di un tabernacolo a coronamento del crocifisso di San Giovanni. In questa posizione ne riporta memoria un'incisione settecentesca segnalata dalla Brunetti in un'edizione di Del Migliore conservata presso la Biblioteca Nazionale di Firenze. Mariotto di Cristofano eseguì alcuni lavori sia alla croce che al tabernacolo nel 1430. Fu questa una di tre sistemazioni dell'altare, l'ultima delle quali nel 1741, ad opera del Ticciati. La critica è discorde nell'attribuzione dell'opera. A Giovanni di Balduccio l'attribuì la Lisner, e cautamente la proposta fu accettata dalla Brunetti, la quale però, anche lo avvicinò a una testa del Battista, anch'essa proveniente dal Battistero, proponendo per entrambe un riferimento ad Andrea Pisano
Relazione iconografico religiosa
Il Cristo è sofferente e tutta la figura è volta al pietismo devozionale, anche in ragione della sua antica doppia funzione rappresentativa, del Cristo crocifisso e del Cristo deposto. Ogni elemento è finalizzato alla commozione del fedele osservante: la plastica nervosa, il colore, le dimensioni e le annotazioni di impressionante oggettività naturale, quali la bocca semiaperta dell'ultimo spirare, gli occhi, vitrei, fissati nello ribaltamento del dolore, il sangue che percorre con naturalezza liquida gli avvallamenti e i gonfiori del corpo. Proprio l'elemento del sangue, unito al pallore della carne sono richiami eucaristici al sangue e al vino della celebrazione eucaristica, e del mistero della transustanzazione che era celebrato sull'altare su cui il crocifisso era fissato.