Descrizione
La statua lavorata a tutto tondo include una sottile base, sulla quale vi è inciso il nome di “Donatelli”. Questa incisione è stata probabilmente realizzata nel 1464, quando la statua venne trasportata nel prospetto ovest del Campanile. Il volto, dai tratti marcati, è fortemente caratterizzato da un’espressione di amarezza, accentuata dalle labbra serrate e dalla tensione dei muscoli del collo. Il panneggio ricco di pieghe rende l’opera plastica. Il profeta ha in mano un cartiglio sul quale è incisa l’iscrizione “GEMIA”.L’opera mostra un complicatissimo intreccio di pieghe nel drappeggio, che si collega non alle tonache degli antichi Romani, ma al piviale modellato e applicato alla statua bronzea di San Ludovico, realizzata dallo stesso Donatello, tra il 1423 e il 1425, per il Tabernacolo di parte Guelfa nella Chiesa di Orsanmichele.
Il profeta Geremia, per l’espressività e i tratti marcati del volto fu, a partire dal ‘500 e per un lungo periodo di tempo, considerato un ritratto; la popolazione ha spesso visto in questo ritratto di un avversario dei Medici, Francesco Soderini
Notizie storico critiche
Il Profeta Geremia è una scultura di Donatello proveniente dalle nicchie del terzo ordine del Campanile di Giotto, la sua esecuzione può essere fatta risalire ad un periodo compreso tra il 1427 e il 1436. Subito dopo la realizzazione la statua venne collocata sul prospetto nord, ma data la sfavorevole posizione, in una zona poco visibile, fu spostata sul prospetto ovest nel 1464 al posto di una statua di Andrea Pisano della quale rimase, in loco, il basamento.
Donatello realizza quest’opera nello stesso periodo dell’Abacuc, ma non è del tutto chiara la scansione cronologica tra queste due opere. Secondo la Becherucci, il Geremia viene realizzato prima dell’Abacuc. Infatti, in un documento il profeta eseguito per secondo viene definito con il nome di Abacuc e pertanto non può essere identificato con il Geremia. Janson, invece, sostiene che l’iscrizione “Gemia” sia stata aggiunta soltanto in occasione del trasferimento del 1464 e perciò potrebbe non corrispondere alla denominazione originaria del profeta. La statua è da sempre attribuita a Donatello, e secondo Herzner, è stata scolpita in un blocco già sbozzato da Nanni di Bartolo tra il 1422 e il 1424, che solo successivamente fu affidato a Donatello. Il Profeta oggi conservato nel Museo dell’Opera del Duomo venne smontato dal Campanile e portato nel Museo del Bargello nel 1939 e solo dopo la guerra troverà la sua odierna collocazione. Le operazioni di smontaggio vennero eseguite, in occasione della grande campagna di restauri, che coinvolse il Campanile, il Duomo e il Battistero. Le statue del prospetto ovest furono spostate dalla loro collocazione originaria per disposizione della Soprintendenza, viste le cattive condizioni di conservazione in cui si trovavano e per il timore che potessero essere danneggiate durante la guerra da incursioni aeree nemiche, come indicato nei documenti d’archivio (Adunanza del Consiglio 11 settembre 1939, XV 1 1). Le indicazioni in merito a questo intervento sulle statue del lato ovest sono riportate in una nota, datata 21 ottobre 1939, del registro di contabilità della ditta Allegri, che si occupò della loro rimozione (Registro di contabilità Ditta Alessandro Allegri, XV 1 8) Un articolo di giornale apparso su “La Nazione” il 18 ottobre del 1939, parla con grande apprezzamento per i lavori svolti di smontaggio delle statue.
Relazione iconografico religiosa
Il Profeta non è stato identificato per la presenza di particolari attributi iconografici, ma grazie al cartiglio che ha in mano sul quale è incisa l'iscrizione "Geremia".