Descrizione
Formella a losanga con altorilievo su fondo di maiolica azzurra. Il rilievo rappresenta una figura maschile seduta ed in posizione frontale. L'uomo indossa una corona e tiene nella mano destra un globo mentre nella sinistra uno scettro ed un disco. Indossa un abbigliamento all'antica che copre tutto il corpo cadendo su di esso a formare pieghe sinuose.
Notizie storico critiche
Il Ghiberti per primo indicò il soggetto di questi rilievi come i sette pianeti. Fu tuttavia il Von Schlosser a darne un precisa interpretazione. Nel loro complesso i "Pianeti" rappresenterebbero le forze elementari, che con le forze morali (Virtù) raffigurate sulla facciata sud, e spirituali (Arti liberali) raffigurate sulla facciata est, guiderebbero il lavoro dell'uomo verso la meta della redenzione. Dalle fonti antiche i sette pianeti erano riferiti ad Andrea Pisano. Il Vasari li riteneva disegnati da Giotto. La critica moderna, a partire dallo Schmarsow, vede nelle formelle del secondo ordine del campanile l'intervento di artefici locali il cui stile va evolvendosi dai modi di Andrea Pisano a quelli dell'Orcagna. Toesca distingue l'autore dei rilievi con "Mercurio", "Venere" e "Saturno", al quale attribuisce anche le statue raffiguranti le "Sibille" e i "Re" sovrastanti. Secondo la Becherucci i Pianeti, per i quali ipotizza una partecipazione di Nino Pisano, furono realizzati sotto la direzione di Andrea Pisano, prima del suo allontanamento da Firenze nel 1343. Nel rilievo con la "Luna" la studiosa nota una mano diversa, che si ritrova anche nella "Fede", la prima delle virtù sulla facciata adiacente a questa. Con la "Luna" potrebbe quindi essere iniziata l'opera degli aiuti a tradurre i disegni del maestro fino al suo probabile ritorno nel 1348.
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Relazione iconografico religiosa
Il Dio Apollo è un personaggio della mitologia greca che venne identificato tra le altre cose come dio del sole. Il suo culto venne portato anche a Roma. I suoi attributi sono in genere la corona d'alloro, l'arco e la cetra. Il culto di Apollo venne importato direttamente dall’antica grecia a Roma, ragion per cui non esiste un corrispettivo romano del nome greco. A partire dalla tarda età Repubblicana, Apollo divenne "alter ego" del Sol Invictus, una delle più importanti divinità romane. Apollo viene identificato soprattutto come il Dio del sole, ma riconosciuto anche come il Dio della medicina, della musica e delle profezie. In virtù di ciò egli è soggetto a diverse rappresentazioni iconografiche: generalmente raffigurato con una corona di alloro sulla testa (simbolo di vittoria), lo vediamo impugnare arco e cetra oppure il caratteristico tripode sacrificale simbolo dei suoi poteri profetici. Al potente Dio infatti, vengono sacrificati diversi animali, dai cigni (in riferimento alla bellezza), ai lupi e cicale (i quali simboleggiano il canto e la musica) oppure serpenti, corvi e falchi (in riferimento ai suoi poteri profetici). Il globo in mano ad Apollo stà a significare l'astro che esso personifica ovvero il sole e tale iconografia si ritrova per prima nelle pitture pompeiane (Apollo-Sol).